Fino agli anni Settanta non c’era bar in Italia che non avesse il suo bravo flipper, con le sue lucine intermittenti, la grafica sgargiante e quel rumore inconfondibile della pallina che sbatteva da una parte all’altra della macchina.
"Il Flipper, conosciuto in inglese come Pinball è un gioco a moneta, di origini americane, molto diffuso con tale nome in Italia, Francia ed altri paesi europei a partire dagli anni '50, soprattutto in bar e locali pubblici.
Il termine flipper deriva dalle piccole pinne comandate da pulsanti esterni con le quali il giocatore può colpire una sferetta metallica e mirare a bersagli posti su un piano inclinato coperto da un vetro trasparente. Ogni singolo bersaglio o combinazione di bersagli colpiti apporta un punteggio o agevolazioni (bonus) del gioco.
Un modello del 1948
Nato negli anni '30 in versione interamente meccanica, il flipper presto viene dotato di luci ed altri meccanismi elettrici ed elettromeccanici: relè, motori elettrici, ed altri particolari molto simili a quelli utilizzati un tempo nelle centrali telefoniche. Verso la metà degli anni '70 le prime sperimentazioni con l'elettronica vedono il passaggio definitivo a modelli interamente controllati da una scheda elettronica dedicata. Una variante del flipper è il "Bingo"; trattasi di gioco a premio nel quale bisogna indirizzare varie sferette in buche numerate per comporre combinazioni che danno diritto a premi (in punteggio) di valore variabile.
In Italia, verso gli anni '60, il flipper ebbe vita difficile, oggetto di regolamentazioni e limitazioni giuridiche volte a proibirne l'utilizzo come apparecchio per gioco d'azzardo; questo portò al divieto di vincite di alcun genere, inclusa la ripetizione della partita. Per fronteggiare queste limitazioni esclusivamente italiane, i costruttori di tutto il mondo produssero modelli differenti esclusivamente dedicati al nostro mercato. Questo portò ben presto al proliferare di costruttori nazionali, alcuni attivi anche per anni a seguire, per soddisfare la richiesta interna e dediti alla costruzione di modelli adeguati alla nostra legislazione."
La crisi vera, dopo un boom durato fino agli anni Settanta, quando i flipper elettromeccanici furono rimpiazzati da quelli elettronici, è arrivata negli anni Ottanta, con l’arrivo dei videogiochi, per trasformarsi in catastrofe con l’avvento delle slot-machine, che dal 1995 cancellarono i pinball dai locali italiani.
E così i gloriosi flipper sono finiti ad arrugginire nei magazzini, e lì sono rimasti finché gli appassionati non hanno cominciato l’opera di recupero e di restauro. Attualmente, non è solo questione di collezionismo: gli aficionados a scadenze fisse si affrontano in campionati veri e propri.