Colei che diventerà la “Reina de la Salsa” è nata a Cuba nel distretto dell’Havana il 21 ottobre 1924 (secondo l’Enciclopedia della Musica Popolare e la maggioranza delle fonti).
Il suo straordinario talento vocale emerge già in tenera età: i primi a rendersene conto sono i familiari e i vicini di casa che l’ascoltavano cantare delle dolcissime ninnananne ai piccoli della famiglia. L’esordio di fronte ad un pubblico più ampio avviene, come spesso succede, per caso: mentre lei studiava per diventare un’insegnante di letteratura, una cugina la iscrive ad un concorso canoro per giovani talenti chiamato “La Hora del Té” che si teneva sull’emittente Radio Garcìa Serrà. Non è difficile immaginare quale fu l’esito di quella partecipazione. Il successo ottenuto, tuttavia, le creò qualche problema in famiglia, visto che il padre Simòn Cruz riteneva la carriera musicale poco adatta ad una donna. Per fortuna, non le venne meno l’appoggio della madre, Catalina Alfonso, e così Celia poté superare quello che appariva essere un ostacolo insormontabile.
Iniziò a lavorare alla radio. E terminati gli studi prese l’importante decisione di diventare una cantante a tempo pieno, incoraggiata anche da una sua insegnante che le ripeteva che una persona con il suo talento non avrebbe potuto né dovuto fare altrimenti. E fu una fortuna per tutti. I suoi exploit nel prestigioso club Tropicana dell’Havana le valsero la possibilità di conoscere Rogelio Martinez, il direttore di un’orchestra molto famosa all’epoca, La Sonora Matancera.
Il 3 agosto del 1950 Celia prese il posto della portoricana Myrta Martinez come voce solista del gruppo. Il felice connubio con la band durò per ben 15 anni attraversando tutti gli anni ‘50. E furono anni di successi travolgenti, di turné in giro per il mondo e di apparizioni televisive. Nel 1960, dopo la rivoluzione di Fidel Castro, Celia e il gruppo lasciano per sempre l’isola caraibica per approdare in Messico. Da allora il Governo Cubano non le ha più permesso di tornare a casa, neanche per i funerali del padre. Ciononostante il feeling con la terra madre è rimasto straordinario e la nostalgia per la “Isla Querida” traspare ancora oggi ad ogni intervista.
In Messico si fermarono un anno e mezzo, per poi stabilirsi definitivamente negli Stati Uniti.
Nel 1962 Celia sposa il trombettista della band Pedro Knight che diviene anche il suo manager e direttore d’orchestra.
Tra il ‘66 e il ‘72 realizza ben dodici album, sette dei quali in collaborazione con il suo grande amico Tito Puente. Nonostante la buona qualità delle produzioni, le vendite non sono eccellenti: i suoi dischi non sono “spinti” da promozioni all’altezza e i giovani latini sono distratti in quegli anni dall’esplosione di nuovi generi musicali. Tuttavia nei primi anni settanta il vento comincia a cambiare e si risveglia l’interesse dei giovani Latinos per le proprie radici: la salsa diviene il simbolo di questa identità riscoperta.
Celia Cruz entra nell’orbita dell’etichetta musicale Fania di Jerry Masucci e del maestro Johnny Pacheco ed inizia una nuova stagione di successi e di grande celebrità. L’operazione di rilancio della carriera di Celia passa anche per Londra dove, nel 1973, interpreta nella splendida cornice della Carnegie Hall, il musical di Larry Harlow “Hommy”, versione latina del “Tommy” degli Who. Celia riesce così a farsi conoscere e apprezzare anche da un pubblico molto più giovane.
Nel 1974 esce “Celia e Johnny”, il primo di una lunga e fortunatissima serie di album, ben 6, frutto della collaborazione con il talentuoso Johnny Pacheco.
Nel 1975 esordisce nella leggendaria formazione Fania All Stars nella quale si alternavano alcuni tra i più grandi musicisti latini dell’epoca: Ray Barretto, Mongo Santamaria, Pappo Lucca, Pete “El Conde” Rodriguez, Hector Lavoe, Willie Colòn, Nicky Marrero, Ismael Miranda, Cheo Feliciano. La collaborazione con la Fania All Stars prosegue fino al 1988.
Nel 1982, dopo 17 anni, Celia si riunisce alla Sonora Matancera per incidere l’album “Feliz Encuentro” e successivamente, nel 1989, insieme ai 17 cantanti solisti che avevano fatto parte delle formazioni precedenti, si esibisce in tre concerti celebrativi per il 65° anniversario della band. Nello stesso anno riceve una Laurea ad Honorem in musica dalla Yale University.
Nel 1990 vince un Grammy Award, una sorta di Oscar della musica, per il disco “Ritmo en el Corazòn” frutto della seconda collaborazione con Ray Barretto.
Nel ‘91 appare nel film The Mambo Kings. Nello stesso anno, Celia Cruz entra nell’orbita dell’etichetta RMM Records insieme ad altri grandi cantanti: Oscar D’Leon, José Alberto “El Canario”, Tito Nieves, Tony Vega.
Nel 2001 vince un altro Grammy per l’album “La vida es un carnaval” che con il brano omonimo è diventato oramai un classico. Lo stesso riconoscimento, un Grammy, le viene assegnato per l’album successivo “La negra tiene tumbao” del 2002.
Sono passati più di 5 decenni e di 50 dischi da quando Celia Cruz ha iniziato a esprimere il suo straordinario talento canoro e fino ad oggi l’incontrastata Regina della Salsa ha continuato a divertire il pubblico di tutto il mondo con le sue eccezionali performance e con concerti che sono ovunque un grande evento.
Il 16 luglio 2003 Celia Cruz muore nella sua casa di Fort Lee, N.J. dopo una lunga lotta contro un tumore al cervello.