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| | Alexandre Farto - Vhils | |
| | Autore | Messaggio |
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Leonardo Amministratore ®
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| Titolo: Alexandre Farto - Vhils Ven Ott 05, 2012 8:50 pm | |
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Alexandre Farto, alias [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], è un giovane artista portoghese a cui si deve la brillante idea di utilizzare la tecnica dell'acquaforte (una delle tecniche più antiche dell'incisione) per realizzare le sue opere sui muri e pareti. Per chi non lo sapesse, l'acquaforte è una tecnica calcografica molto diffusa consistente nel corrodere una lastra di metallo (zinco di solito; rame per grandi tirature, come nel passato) con un acido, per ricavarne immagini da trasporre su un supporto (fonte Wikipedia). L'artista portoghese, ha pensato che la stessa tecnica potesse essere riportata sui muri (quasi sempre fatiscenti) e che lo stesso acido potesse anche corrodere le pareti, dopo mesi e mesi di sperimentazioni su acidi, esplosivi, pareti e materiali diversi, oggi Vhils è uno tra gli street artist più conosciuti e affermati nel mondo, grazie anche ad una tecnica che difficilmente ripetibile da altri. Partendo dalle sue origini portoghesi utiizza, con questa tecnica, le mura pubbliche come supporto comunicativo, proprio come avveniva ai tempi della rivoluzione portoghese in cui la massa esprimeva in questo modo le sue idee. Anche se questa tecnica viene ancora esercitata, il muro oggi manifesta meno socialità e politica a scapito della moltitudine di informazioni pubblicitarie. Vhils, riporta allora in vita il fenomeno, andando a scorticare intonaco, mattoni, cemento (con scalpello, martello, acidi e tanti altri strumenti), per far emergere la vera natura "oscurata" nella profondità delle cose. Alcune volte distruggendo per creare, come le stesse e onnipresenti grafiche pubblicitarie per crea qualcosa di mai visto e inaspettato.
Fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] | miste | |
| | | Leonardo Amministratore ®
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| Titolo: Don Giovanni Bosco - Il sistema educativo Mar Ott 09, 2012 9:51 pm | |
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Don Giovanni Bosco - Il sistema educativo
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Giovanni Bosco 16/7/1815 - 31/1/1888 Santo patrono dei prestigiatori e fondatore dei Salesiani
Straordinario educatore e indimenticabile parroco (fu il fondatore dei primi oratori), Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 in una famiglia contadina poverissima a Becchi Castelnuovo d'Asti (oggi rinominata Castelnuovo Don Bosco). Rimasto orfano di padre a soli due anni matura la vocazione sacerdotale fin da subito.
Nel 1841, giovane prete, arriva a Torino e comincia ad esplorare la città per farsi un'idea delle condizioni morali dei giovani. Ne rimane sconvolto. Ragazzi che vagabondano per le strade, disoccupati, sbandati e depressi pronti a qualsiasi cosa. Rimane inoltre profondamente impressionato dal constatare come tanti di quei ragazzi prendano da subito la via delle patrie galere. Capisce che non può rimanere indifferente a tutto ciò e decide di agire per cercare di sanare, come può, la difficile situazione.
Aiuta dunque i ragazzi a cercare lavoro, si prodiga per ottenere condizioni migliori a chi è già occupato e fa scuola ai più intelligenti. Nasce così nella periferia torinese il primo oratorio. Nell'aprile 1846 apre a Valdocco nella "casa Pinardi" un oratorio intorno al quale nascerà col tempo il grandioso complesso della casa-madre dei Salesiani.
Il problema di accogliere non per alcune ore bensì a tempo pieno ragazzi senza casa diventa fondamentale ma si apre un problema di natura finanziaria. Don Bosco diventa promotore in prima persona della sua iniziativa e si mette alla ricerca di fondi.
La prima benefattrice è la madre Margherita che vende tutto quello che possiede per sfamare i ragazzi. Tra i giovani che hanno don Bosco per padre e maestro, qualcuno gli chiede di "diventare come lui". Così nasce, con la cooperazione di don Rua e di don Cagliero, la "Società di San Francesco di Sales" che darà vita all'omonimo ordine dei Salesiani. I Salesiani danno ai giovani non solo pane e una casa, ma procurano loro istruzione professionale e religiosa, possibilità di inserirsi nella vita sociale e buoni contratti di lavoro.
Don Bosco diventa col tempo una figura di rilievo nazionale. Uomo di straordinaria intelligenza, tanto da essere spesso consultato da Papa Pio IX, era dotato di "poteri" quasi sovraumani e forse, per chi crede, di natura divina (ad esempio, ripeteva fedelmente intere pagine di libri dopo averle lette una sola volta), Don Giovanni Bosco rimase sempre altrettanto straordinariamente una persona umile e semplice.
Nel 1872, instancabile, fonda la Congregazione femminile delle figlie di Maria Ausiliatrice, detta delle Suore Salesiane.
Pochi anni dopo, è il 31 gennaio 1888 quando si spegne a Torino, circondato dal cordoglio di tutti quelli che lo avevano conosciuto, lasciando dietro di sé una scia luminosa di opere concrete e di realizzazioni.
Don Bosco venne dichiarato venerabile nel 1907, Beato nel 1929 e Santo nel giorno di Pasqua, 1 aprile 1934. Il 31 gennaio 1958 Pio XII, su proposta del Ministro del Lavoro in Italia, lo ha dichiarato "patrono degli apprendisti italiani".
Il sistema educativo
Con le seguenti parole Don Bosco riassume il proprio sistema educativo affermando di lasciare ai giovani la libertà di fare le cose che preferiscono, poiché, ognuno fa con piacere quello che sa fare: “Io mi regolo con questo principio, che i miei allievi lavorino con amore e non con l’attività”. Egli individua due tipi di sistemi educativi, il preventivo e il repressivo. Il secondo consiste nel far conoscere le leggi ai sudditi, sorvegliare per conoscerne i trasgressori ed infliggere il meritato castigo. Mentre il primo consiste nel far conoscere le prescrizioni e i regolamenti di un istituto e poi sorvegliare in modo che gli allievi abbiano sempre puntato l’occhio vigile del direttore o degli assistenti, come padri amorosi che servono da guida ad ogni evento, diano consigli utili, mettendo gli allievi nella possibilità di non commettere errori.
La voce amica a cui fa riferimento Don Bosco è quella dell’assistente e del direttore che deve essere una presenza viva, attiva e costruttiva. La figura dell’assistente, deve essere quella di una guida che mette gli allievi alla prova, in modo che non si possano scusare dicendo di non sapere ciò che fosse stato loro comandato o proibito: una presenza paterna e fraterna.
L’educazione, secondo Don Bosco, è la grande arte di formare gli uomini affinché diventino utili cittadini e buoni cristiani: “scorrere, beneficare il prossimo specialmente con l’educazione della gioventù, allevandola negli anni più pericolosi, istruendola nelle scienze e nelle arti ed avviandola alla pratica della religione e della virtù”.
La sua opera educativa è indirizzata al popolo con lo scopo di formarlo civilmente, fisicamente e moralmente. Don Bosco è concreto e integrale.
Nel suo lavoro i motivi della carità e della beneficenza s’intrecciano con quelli dell’educazione come preparazione alla vita terrena tramite l’apprendimento di un mestiere o di una professione individualmente e socievolmente utile.
Per Don Bosco, il lavoro è mezzo e fine dell’educazione e serve all’elevazione educativa e sociale del popolo.
Il metodo
Il sistema preventivo trova nell’educazione il proprio completamento attraverso i tre momenti della ragione, religione e amorevolezza; infatti, l’amore costituisce il cuore del metodo di Don Bosco: “dolcezza in tutto”. Egli predica amorevolezza paterna e affettuosa che deve legare educatori e allievi.
Solo l’amore può aprire il cuore dei giovani che è come “una fortezza sempre chiusa al rigore e all’asprezza: l’amore include la ragione e la religione. Religione e ragione sono le due molle di tutto il mio sistema di educazione”.
L’educatore agisce con quella forza di casualità esemplare che è l’unica forma consona alla natura stessa della volontà e della libertà, che muove e stimola senza violentare.
La ragione e il castigo
Il castigo, nel sistema preventivo, viene visto dall’allievo come una necessità e, essendo stato avvisato, non può sentirsi avvilito per le mancanze commesse. Cosi, nel subire la punizione, il giovane conserva intatta la sua dignità e non si sente umiliato perché punito ingiustamente, ma nello stesso tempo, l’educatore non assume il ruolo del vendicatore. Anche quest’aspetto per Don Bosco si conclude con l’amore.
L’educazione cosa di cuore
L’amore o l’amorevolezza serve a far guadagnare il cuore dell’allievo e ognuno deve cercare di farsi amare se vuole farsi stimare.
Don Bosco invita i suoi educatori ad evitare che un castigo prenda l’aspetto di una vendetta verso chi abbia procurato un’offesa in tempi trascorsi, specialmente se la mancanza è stata perdonata; anzi, bisogna dimostrargli più amore di prima e dimenticare tutto.
Don Giovanni Bosco - Notizie Storiche
16 Agosto 1815 - Nella Cascina Biglione (Becchi Castelnuovo d'Asti oggi rinominata Castelnuovo Don Bosco, luogo in cui oggi sorge il Tempio di Don Bosco) nasce Giovanni Bosco.
11 Maggio 1817 - Muore il papà di Giovanni.
Febbraio 1828 - All'età di 12 anni diventa garzone presso i Moglia di Moncucco.
Novembre 1829 - Giovanni sulla strada che da Buttigliera porta ai Becchi incontra Don Calosso, cappellano della chiesa di Morialdo. Gli parla a cuore aperto sulle difficoltà che incontra nello studiare ed il cappellano commosso, si presta a diventare il suo insegnante di latino oltrechè sua prima guida spirituale. Giovanni vive presso la canonica e torna a casa solo per dormire.
Novembre 1829 - Don Calosso muore.
1831 - A Castelnuovo frequenta un corso di latino. Dieci chilometri ogni giorno, a piedi, cosicché decide di alloggiare presso il sarto e musicista del paese. Imparerà un'arte che gli diverrà tanto utile nel fondare i primi laboratori a Valdocco. Sarà l'anno più difficile per l'incomprensione e il disprezzo da parte di insegnanti e compagni per le sue umili origini.
Novembre1831 - Si reca a Chieri per continuare gli studi e diventare prete. Sono i dieci anni fra i più belli della sua vita, anche se difficili e faticosi. Per vivere, per avere un alloggio e per mantenersi negli studi lavora come garzone, cameriere e addetto alla stalla. A Chieri costruisce profonde amicizie, fra le quali quelle con Luigi Comollo e con l'ebreo Giona.
16 Agosto 1835 - Giovanni compie vent'anni. Ormai studia in vista della sua scelta definitiva: diventare prete.
25 Ottobre 1835 - Riceve l'abito ecclesiastico nella chiesa parrocchiale di Castelnuovo.
30 Agosto 1835 - Entra in seminario a Chieri.
5 Giugno 1841 - Giovanni è ordinato sacerdote nella cappella dell'Arcivescovado di Torino. E' questo il momento in cui diventa Don Bosco.
8 Dicembre 1841 - Incontra il giovane Bartolomeo Garelli, nella sacrestia della chiesa di San Francesco di Assisi. Recita un'Ave Maria e gli fa la prima lezione di catechismo. Incomincia così la provvidenziale avventura dell'Oratorio senza dimora per cinque anni con centinaia di ragazzi.
12 Aprile 1846 - Don Bosco ottiene una tettoia e un pezzo di prato per i suoi ragazzi: la tettoia Pinardi, a Valdocco.
1854 - Don Bosco da inizio alla Società Salesiana, con la quale assicura la stabilità delle sue opere e del suo spirito anche per gli anni futuri.
18 Dicembre 1859 - Nasce ufficialmente la Congregazione Salesiana (SDB).
Marzo 1864 - Inizia la costruzione della chiesa a Maria Ausiliatrice.
9 Giugno 1868 - Solenne consacrazione del Santuario.
2 Aprile 1870 - Pio IX erige in Arcicoafraternita l'Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice (ADMA).
Agosto 1872 - Don Bosco, con Maria Mazzarello, fonda l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con lo scopo di educare, con il medesimo spirito, la gioventù femminile.
11 Novembre 1875 - Partono 10 Salesiani per la prima spedizione missionaria in Argentina,terra della grande emigrazione italiana dell'Ottocento.
1876 - Fonda la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani
1888 - Don Bosco muore il 31 Gennaio 1888.
2 Giugno 1929 - Il Papa Pio XI beatifica Don Bosco.
Fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua il 1 Aprile 1934 .E fu il primo Santo della storia per il quale, il giorno dopo la canonizzazione, anche lo Stato tenne una celebrazione in Campidoglio con discorso del ministro della Pubblica Istruzione.
Era anche questo un riconoscimento di come ormai don Bosco appartenesse a tutti. Fino a oggi.
Il 31 gennaio si festeggia S.Giovanni Bosco
La Basilica di Don Bosco
La Basilica di Don Bosco fu costruita dove sorgeva la “cascina Biglione” di cui il padre di Don Bosco, Francesco, era mezzadro. Nella cascina viveva la famiglia Bosco: qui nacque Giovanni Bosco il 16 agosto 1815. Papà Francesco morì quando Giovanni non aveva ancora due anni; mamma Margherita (di 29 anni) si trasferì, con i tre figli e la suocera semiparalizzata, in una tettoia acquistata dal padre qualche mese prima di morire e ristrutturata ad abitazione.
La Basilica è composta di due chiese sovrapposte. La prima pietra è stata benedetta l’11 giugno 1961 e fu aperta al culto la sola chiesa inferiore nel 1965, con una capienza di 700 posti. Il tempio, progettato dall’ingegner Enea Ronca e dell’architetto Rubatto, è composto da due chiese sovrapposte, entrambe molto grandi, e una cupola.
La chiesa superiore, di linea moderna, contiene un grande organo a canne, e nella parete di fondo, sopra il presbiterio, è situata la statua lignea del Cristo Redentore Risorto, opera dello scultore Corrado Piazza, della ditta Demets di Ortisei. In legno di tiglio e alta 8 metri, la statua rappresenta il richiamo al sogno premonitore che Don Bosco ebbe da bambino. Nelle navate laterali sono disposte le quattordici sculture, anche queste in legno di tiglio, della “via lucis”; realizzate da Giovanni Dragoni. Le statue descrivono le manifestazioni di Cristo risorto fino alla discesa dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste. Le iconografie sono invece del pittore Mario Bogani di Feganò. E’ l’autore di sei tele che illustrano, in modo unitario e comprensibile, alcuni episodi fondamentali della vita e delle attività di Don Bosco per i giovani. Inoltre, il pittore ha realizzato un grande affresco, posto in cima alla gradinata che porta al Tempio Superiore, che rappresenta i giovani di tutto il mondo affidati a Don Bosco, grazie a una composizione di volti. Sui tre lati esterni del santuario sono situati tre mosaici, anch’essi opera di Mario Mogani, raffiguranti sempre Don Bosco. La cripta, che ricorda il luogo della nascita di Don Bosco, contiene la reliquia del Santo. La chiesa inferiore, invece, comprende dieci cappelle laterali e dieci altari, costituiti da vetrate che riproducono i Santi della tradizione Salesiana.
Colle Don Bosco - Il santuario sorge in frazione Becchi,nel comune di Castelnuovo Don Bosco, dove nacque San Giovanni Bosco.Nei Pressi del tempio,costituito da una chiesa superiore e una inferiore, sorgono la sua casa natale , il museo missionario, la Chiesa di Maria Ausiliatrice e il museo contadino.
Come si arriva al Colle Don Bosco
DA TORINO (35 km)
Con mezzi propri:
Da Piazza Maria Ausiliatrice: percorrere Corso Regina Margherita verso il Po, quindi Corso Casale fino alla Stazione della tramvia per Superga, seguire la Statale 10 verso Chieri in direzione Asti; all’incrocio di Riva presso Chieri girare a sinistra per Buttigliera d’Asti e quindi per il Colle Don Bosco.
Con mezzi pubblici:
In Corso Regina Margherita: prendere il tram n. 16, direzione sinistra (verso Piazza della Repubblica), su Corso Regina Margherita, lato opposto alla Piazza Maria Ausiliatrice; scendere alla fermata di Corso San Maurizio angolo Via Bava; all’ultimo isolato di Corso San Maurizio c’è il capolinea del bus Vigo per Castelnuovo Don Bosco.
Orario dei bus di Vigo (per informazioni tel. +39.011.85.65.45)
Torino - Colle Don Bosco: orario solare: 7,40 - 11,55 - 17,25 - 18,40 (festivi 8,40 - 18,20); orario legale: 7,40 - 11,55 - 17,25 - 18,40 (festivi 8,00 - 19,20). Colle Don Bosco - Torino: orario solare: 6,10 - 12,50 - 17,00 (festivi 7,40 - 17,20); orario legale: 6,10 - 12,50 - 17,00 (festivi 6,55 - 18,20).
DA STRADE E AUTOSTRADE
Dalla Torino-Genova e dalla Torino-Piacenza-Brescia: uscire a Villanova d’Asti e proseguire direzione Chieri. All’incrocio di Riva presso Chieri seguire indicazioni per Buttigliera d’Asti e quindi per Colle Don Bosco.
Dalla Torino-Milano: uscita a Chivasso e seguire indicazioni per Asti. Lungo la Statale per Asti seguire le indicazioni per Casalborgone e quindi Berzano San Pietro, Castelnuovo e Colle Don Bosco.
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