Tigre Webmaster
Data d'iscrizione : 02.10.12 Località : Genova Età : 52 Messaggi : 303
| Titolo: Portofino e dintorni Lun Ott 15, 2012 6:22 am | |
| Parco Naturale Regionale di Portofino Il Promontorio di Portofino costituisce l'area protetta costiera più a nord del Mediterraneo occidentale, tra freschi boschi appenninici e la calda macchia mediterranea, tra civiltà del castagno e dell'ulivo, tra tradizione contadina e marinara. Protetto dal 1935, ospita una delle maggiori concentrazioni floristiche del Mediterraneo, una notevole varietà di uccelli e invertebrati, importanti testimonianze architettoniche, paesaggi tra i più celebri del mondo. I fondali conservano l'intera gamma delle biocenosi marine dell'alto Tirreno. Carta d'identità Superficie a terra (ha): 1.056,26 Regioni: Liguria Province: Genova Comuni: Camogli, Chiavari, Portofino, Rapallo, Santa Margherita Ligure, Zoagli Provv.ti istitutivi: LR 12 22/02/1995 Elenco Ufficiale AP: EUAP0453 Ente Gestore: Ente Parco di Portofino
COME ARRIVARE Il Parco di Portofino si distingue per una viabilità particolarmente sviluppata che ne permette una facile fruibilità in tempi estremamente ridotti, in auto, treno o battello, anche per chi proviene da fuori regione.[/justify]In auto Sia per chi proviene da Ponente (da Genova o anche da Fuori regione) che da Levante (La Spezia), percorrendo l’autostrada A 12 Genova – Livorno, è possibile uscire ai caselli di Recco o di Rapallo. Nel caso di uscita a Recco, si prosegue seguendo la SP 1 “Aurelia” in direzione Ruta, vera e propria porta di ingresso del Parco, da cui, parcheggiando l’auto, si può immediatamente fruire degli itinerari escursionistici del Parco oppure raggiungere il versante del Golfo del Tigullio e scendere a Santa Margherita Ligure e Portofino. Per chi esce a Rapallo, è possibile raggiungere comunque Ruta oppure seguendo la viabilità costiera, arrivare a Santa Margherita Ligure e Portofino.
In autobus L’autobus è uno dei mezzi più agevoli per godere del territorio del Parco di Portofino, il servizio offerto dalla Tigullio Trasporti, permette infatti agevoli collegamenti sia con i centri principali sia con le piccole frazioni, anche in una ideale e sostenibile sinergia con il servizio ferroviario.
In treno Per chi arriva con uno dei numerosi e frequenti treni, le stazioni di riferimento sono Camogli, sul versante del Golfo Paradiso, e Santa Margherita Ligure, nel Golfo del Tigullio, da entrambe le stazioni, localizzate in centro città, è possibile in pochi minuti immergersi nella natura del Parco e per chi giunge a Santa Margherita Ligure, vi è altresì la possibilità di visitare la sede del Parco, in Via Rainusso 1, per ricevere informazioni e materiale divulgativo. In battello Una peculiare caratteristica del Parco di Portofino è la possibilità di fruire del suo territorio arrivando in battello dal Golfo Paradiso (Trasporti Marittimi Turistici Golfo Paradiso), dal Golfo del Tigullio (Servizio Marittimo del Tigullio) e da Genova (Cooperativa battellieri del Porto di Genova).Il PARCOIl Parco Naturale Regionale di Portofino è costituito dall’omonimo Promontorio, la principale sporgenza della Riviera Ligure, posto 30 Km a levante della città di Genova. Il Promontorio di Portofino, di forma trapezoidale e con una superficie di soli 18 Kmq, ha uno sviluppo costiero di ben 13 Km La popolazione del Parco di Portofino è di circa 680 abitanti, residenti nei territori dei tre Comuni del Parco: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Camogli con i nuclei di San Rocco di Camogli, San Nicolò e San Fruttuoso [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Portofino, incluso interamente nel territorio del Parco [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Santa Margherita Ligure con gli abitati di Paraggi e Nozarego La flora La flora (insieme delle specie vegetali che vivono in un determinato territorio) del Promontorio di Portofino è costituita da circa 900 specie vegetali superiori (sono pertanto esclusi alghe, licheni e muschi). La notevole ricchezza e varietà floristica è frutto principalmente della storia naturale del territorio, della variabilità dei suoli e dei differenti microclimi, ma è anche legata all’uomo, che ha introdotto o diffuso inconsapevolmente specie esotiche. Il Parco riveste pertanto una notevole importanza in quanto racchiude in un territorio limitato per estensione e sviluppo altitudinale, specie assai diverse per distribuzione e origine. Molte di queste sono di interesse scientifico, perché allo stato naturale, si riproducono e vegetano esclusivamente in ambienti di estensione limitata (endemismi) o al limite della loro zona di presenza non occasionale (area di distribuzione). I versanti marittimi meridionali sono caratterizzati da piante tipicamente mediterranee, con presenza preponderante di specie sempreverdi adattate a condizioni di elevate temperature e ridotta piovosità. Le principali formazioni osservabili sono: - La vegetazione della costa: presente sulle rupi a picco sul mare, composta da poche specie resistenti alla salinità e al vento nonché alla scarsità di terreno disponibile; tipici esempi sono il Finocchio marino (Chrithmum maritimum) e la Statice Cordata (Limonium cordatum). Al di sopra di questa fascia, soggette a condizioni climatiche meno severe rispetto alle precedenti, si trovano piante di piccole dimensioni quali l’Euforbia spinosa (Euphorbia spinosa) ed esemplari del genere Sedum (ad esempio S. album), sui versanti marittimi più esposti al sole; l’Edera (Edera helix), il Polipodio volgare (Polypodium vulgare) e la Sassifraga spatolata (Saxifraga cochlearis), sulle rocce più umide e ombreggiate. - Gariga: questa associazione di piante, tipica dei versanti marittimi, è caratterizzata da una copertura discontinua e rada del terreno ed è formata da molti degli elementi della macchia, tra cui la ginestra (Spartium junceum), ginestra spinosa (Calycotome spinosa), cisto femmina (Cistus salvifolius) timo (Thymus vulgaris), Euforbia arborea (Euphorbia dendroides) e da una sorprendente varietà di erbe aromatiche. - Ampelodesmeto: questa particolare tipo di vegetazione si caratterizza per essere una prateria dominata dall’Ampelodesmos mauritanicus, nota a livello locale come erba lisca, al suo limite settentrionale di diffusione.
- Macchia mediterranea: il termine indica un complesso di associazioni vegetali costituite da specie sempreverdi arbustive, quali mirto (Myrtus communis), lentisco (Pistacia lentiscus), alterno (Rhamnus alaternus), terebinto (Pistacia terebinthus), fillirea (Phillyrea latifolia) e arboree quali corbezzolo (Arbutus unedo), orniello (Fraxinus ornus) e leccio (Quercus ilex) nonchè lianose: stracciabraghe (Smilax aspera), Robbia (Rubia peregrina), Fiammola (Clematis flammula). - Pineta: sul Promontorio sono presenti tre specie principali di Pino: Pino domestico (Pinus pinea), Pino marittimo (Pinus pinaster) e Pino d’Aleppo (Pinus halepensis), delle quali solo le ultime due formano vere e proprie pinete. - Lecceta: è costituita da boschi puri di Quercus ilex, i cui esemplari formano un fitto manto di copertura che determina un sottobosco ombroso e povero di specie vegetali. Nelle zone più interne del Promontorio, sui versanti settentrionali meno influenzate dall’azione mitigatrice del mare, le principali associazioni vegetali osservabili sono: - Castagneto: il castagno (Castanea sativa) si presenta in formazioni naturalizzate, derivate dalle forme di coltura sviluppate dall’uomo, ovvero bosco da frutto, in cui dominano piante di grandi dimensioni, e il bosco ceduo, composto da ceppaie da cui dipartono numerosi piccoli tronchi (polloni). - Bosco misto mesofilo: tipico di aree esposte a nord la cui specie principale è il carpino nero (Ostrya carpinifolia) al quale sono associati, in funzione delle caratteristiche microclimatiche, l’orniello (Fraxinus ornus), il castagno (Castanea sativa), il maggiociondolo (Laburnum anagyroides), la roverella (Quercus pubescens) e, nelle aree più calde, il leccio (Quercus ilex). - Vegetazione riparia: questa vegetazione, presente sulle rive dei torrenti e in prossimità di sorgenti (ad esempio nella Valle dei Mulini) è costituita da specie arboree come il sambuco nero (Sambucus nigra) e l’ontano nero (Alnus glutinosa), e da numerose felciPUNTI D'INTERESSE
I sentieri
Il cuore del Promontorio del Monte di Portofino è raggiungibile esclusivamente percorrendo la fitta rete di sentieri che l'attraversa. Ben oltre 70 km di percorsi si snodano su una superficie di poco più di 1.000 ettari, consentendo di visitare le diverse località del parco. Partendo dalle principali porte d'ingresso (S.Rocco, Portofino Vetta, Nozarego, Portofino), raggiungibili con mezzi pubblici o con mezzi propri, si possono intraprendere diversi itinerari, di varia lunghezza e difficoltà, che attraversano i diversi ambienti del parco per raggiungere le località di Punta Chiappa, San Fruttuoso, Portofino, principali mete escursionistiche del parco. Sono costituiti, per la maggior parte, da antichi tracciati in selciato o terra battuta che servivano per raggiungere i luoghi del culto religioso (S.Fruttuoso, S.Nicolò, La Cervara), per collegare i vari nuclei abitati e per raggiungere i luoghi del lavoro rurale (gli oliveti, i boschi e le carbonaie, la macchia e i pascoli). L'asse principale del sistema dei sentieri del parco è rappresentato dalla direttrice Portofino Vetta - Portofino mare, che attraversa da Nord-Ovest a Sud-Est l'interio promontorio. Da esso si dipartono i diversi percorsi che lambiscono e raggiungono la fascia costiera e i diversi nuclei. Inoltrandosi lungo i sentieri, man mano che ci si allontana dal rumore del traffico cittadino, ci si immerge progressivamente nel silenzio, negli odori e nei colori della natura del parco, isola incontaminata a sole poche decine di km dall'area metropolitana di Genova.[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]sentieri, itinerari escursionistici, ambienti e località San Fruttuoso: l'Abbazia benedettina
La prima comunità di devoti del martire di Tarragona si insedia nella piccola cala all'inizio dell'VIII secolo (ma la leggenda sposta questa data indietro di quasi cinque secoli) ed erige una prima chiesa, che resiste fino al X secolo alle incursioni saracene. Alla fine dello stesso secolo, grazie ai benefici dell'imperatrice Adelaide, vedova di Ottone I, viene fondata la chiesa attuale, cui viene aggiunto, tra il XIII e il XIV secolo, verso il mare, l'edificio abbaziale. Protetta dai Doria, che ne fecero una delle tombe di famiglia e che edificarono tra i due borghi la massiccia Torre di guardia (XVI secolo), l'Abbazia raggiunse il suo massimo splendore nel Quattrocento. Fino al secolo scorso, è stata il centro politico ed economico principale del Promontorio, intervenendo sull'assetto territoriale, sul sistema agricolo, sull'economia della pesca. Il complesso monumentale di San Fruttuoso è dal 1983 proprietà del FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano), che ne ha curato il restauro. L'insenatura, alla confluenza di due valloni ricchi di sorgenti, è l'unico approdo del versante meridionale del Parco. Vi si trovano un uliveto storico e una bella foresta di leccio. Il Cristo degli Abissi
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Elevatosi ormai a simbolo di chi nel mare ha riposto passione e vita, il Cristo degli Abissi è immerso nelle acque di San Fruttuoso, all'interno dell'Area Marina Protetta di Portofino. Posta a oltre 15 metri di profondità, la statua bronzea fu collocato sul fondale nel 1954, il 22 agosto, su impulso della leggenda della subacquea italiana Duilio Marcante, che volle collocare una statua raffigurante Gesù a seguito della morte dell’amico Dario Gonzatti, avvenuta durante un'immersione qualche anno prima, a ricordo dei morti in mare e di quanti gli hanno dedicato la propria esistenza. Il Cristo fu realizzato dallo scultore Guido Galletti, con le braccia protese verso l'alto in segno d'invocazione. La scultura è alta 2,5 metri e pesa 260 kg. Nel crogiolo furono fuse medaglie di marinai e di atleti, campane, cannoni, elementi navali e perfino eliche di sommergibili americani donati dall'U.S. Navy. A seguito della morte di Marcante fu posta una targa sul basamento della statua in sua memoria. La statua è stata restaurata recentemente per preservarla dalla corrosione e dalle incrostazioni e per riattaccare la mano che era stata staccata da un'ancora. Il Cristo degli Abissi è divenuto meta di immersioni subacquee, e numerosi sono i centri diving della zona che organizzano immersioni nello specchio d’acqua antistante San Fruttuoso. L’immersione nella zona in cui si trova il Cristo degli Abissi non presenta particolari difficoltà per la mancanza di profondità del fondale e per la posizione della baia, protetta dai venti di scirocco. Con l’occasione si possono anche ammirare, nella parte meridionale, pareti tappezzate di corallo e spugne, mentre non lontano dalla spiaggia, a circa 18 metri di profondità, si trovano i resti dello scafo del Croesus, una nave a vapore britannica che fu impiegata per trasportare truppe durante la Guerra di Crimea. Chi fosse impossibilitato o non amasse immergersi potrà osservare il Cristo attraverso un batiscopio o una maschera subacquea, oppure ammirare la copia posta nella chiesa di San Fruttuoso. E non si tratta dell’unica copia: una si trova nel lago Palù, in Val Malenco, dove fu posta nel 1972, mentre un’altra sorge in Florida, a Key Largo. Esiste poi un altro Cristo degli Abissi, in formato ridotto, che si erge sulla banchina del porto di St. George's, capitale dell'isola caraibica di Grenada. L'originale in gesso della statua è invece conservato a Marina di Ravenna nel Museo Nazionale delle Attività Subacquee. Ogni anno, nell’ultimo sabato di luglio, si rinnova il tributo di fede al Cristo, con una spettacolare cerimonia che si svolge nella piccola baia e che prevede una processione alla luce delle candele, la benedizione del mare, la deposizione di una corona di alloro e una Messa notturna sulla battigia. La Spiaggia di Paraggi
Piccola ed incantevole baia immersa nel verde ed incastonata tra le rocce, Paraggi e' la favolosa spiaggia di Portofino. E' un luogo ideale per chi ama il sole, il mare, il relax ed il divertimento. La localita' e' anche degna di attenzione per la presenza di un relitto di nave mercantile affondata nel 1917. Un'acqua di profondo turchino e' capace di esprimere la singolare bellezza del mare di questa piccola ma suggestiva terra ligure, dove, nel modesto gruppo di case, un tempo vivevano pescatori e mugnai. Non c'e' da stupirsi se Paraggi sia una delle mete predilette per chi ama le immersioni; infatti, il mare di questa singolare localita' e' unico al mondo a custodire il corallo rosso.
fonte: miste
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