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 Piante carnivore

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MessaggioTitolo: Piante carnivore   Piante carnivore EmptyLun Ott 29, 2012 7:33 am

PIANTE CARNIVORE


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Introduzione
Le carnivore sono piante, dalle varie forme e specie, che vivendo in luoghi ove il suolo è scarso di sostanze, come ad esempio l'azoto, se lo procurano tramite la cattura di piccoli animali, più precisamente insetti, che una volta "digeriti" danno alla pianta le sostanze di cui ha bisogno.
Esistono varie specie di piante carnivore, dalle più grandi è affascinanti, alle più piccole e curiose ma non per questo meno "letali" delle loro sorelle maggiori.
ognuna di queste specie ha un modo diverso per catturare il cibo, ma intanto vediamo quali sono queste piante suddivise per generi o famiglie:


Genere Famiglia Specie Localizzazione
Aldrovanda Droseraceae 1 Europa Africa Asia Australia
Brocchinia Bromeliaceae 5, solo 2 carnivore Venezuela
ByblisByblidaceae 5 Australia Nuova Guinea
Catopsis Bromeliaceae 21 ma solo 1 carnivora Sud degli USA America centrale nord
dell'America del sud
Cephalotus Cephalotaceae 1 zone a sud-ovest dell'Australia
Darlingtonia Sarraceniaceae 1 Costa ovest USA
Dionaea Droseraceae 1 USA : Caroline del Nord Caroline del Sud
Drosera Droseraceae Più di 100 Sui 5 continenti dai circoli polari sino all'Ecuatore
Drosophillum Droseraceae 1 Portogallo sud della Spagna e Marocco
Genlisea Lentibulariaceae circa 20 Zone tropicali d'America del Sud e Africa
Heliamphora Sarraceniaceae Circa 5, piu diverse
varietà e ibridi
Altipiani del Tepuys in America del Sud
Ibicella Martyniaceae 1 Brasile
Nepenthes Nepenthaceae Più di 80 Dalla Nuova Caledonia la Madagascar,
Borneo,
Sumatra, Malaysia Java, Filippine Nord-est
dellAustralia, Nuova Guinea
Pinguicula Lentibulariaceae Circa 80 Zone temperate America Centrale e sud
Sarracenia Sarraceniaceae 8 più infiniti ibridi Zona Est dell'America del Nord
TriphyophyllumDioncophylaceae 1 Africa dell'est
Utricularia Lentibulariaceae Più di 100 Sui cinque continenti


Queste sono le piante Carnivore finora conosciute, ma ogni giorno la lista diventa sempre più lunga.

Esistono vari tipi di "trappole" che queste strane piante utilizzano per procurarsi il cibo:

Trappole a "tagliola"
Le piante chiamate Dionea Muscipula e Aldrovanda sono le uniche piante ad avere questo sistema di cattura detto "attivo", ovvero l'insetto malcapitato attratto all'interno della trappola stimolando alcuni piccoli ed invisibili peli sensitivi fà chiudere di scatto la stessa che poi provvederà a digerire ed assorbire le sostanze "utili".In seguito dopo alcuni giorni, a seconda della preda la trappola si riaprirà.
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Trappole a "colla"
Esistono in verità 2 tipi di trappole a colla, la differenza tra i due tipi è che una possiede ghiandole ben visibili e distinte, mentre le altre sono piccole e invisibili.Della prima specie fanno parte le Drosere, suddivise in più di 140 specie differenti, che posseggono appunto foglie ricoperte da "tentacoli" ben visibili dotati di ghiandole in grado di produrre un liquido vischioso trasparente, che serve ad invischiare l'insetto appoggiatosi sulla foglia.
Una volta intrappolato la foglia si arrotola attorno alla preda, digerendolo poi.

L'altro tipo di trappola a colla è quello delle Pinguicule, piante a forma di rosetta che crescono anche in gruppetti numerosi.Le foglie sono ricoperte totalmente da colla, e l'insetto rimane invischiato senza via di scampo.La pinguicula
in realtà non ha assolutamente le sembianze di una pianta carnivora, sembra piuttosto una pianta grassa.
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Trappola ad ascidio
A questo tipo di trappola appartengono diversi generi di piante, tutte con il medesimo sistema di cattura, ma con diverse forme e origini.In questo gruppo di piante con trappola ad "ascidio" vi è principalmente la Nepenthes, la Sarracenia, il Cephalotus Follicularis, la Darlingtonia e l'Heliamphora.Questo tipo di trappola è molto ingegnoso ma contemporaneamente anche semplice.Nel caso della Nepenthes, l'ascidio a forma di "brocca" o "bicchiere" che pende da ogni foglia, attira gli insetti producendo una sostanza zuccherina, e la vittima scivola sulle pareti interne dell'ascidio finendo all'interno dello stesso, dove sono poste ghiandole apposite impiegate per la produzione di speciali enzimi digestivi, e per l'assorbimento delle sostanze utili.Dello stesso sistema si avvalgono anche le specie sopra riportate, anche se con alcuni piccoli diversi accorgimenti.
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Trappola ad aspirazione
Le trappole ad aspirazione sono esclusive del genere Utricularia. Queste piante posseggono delle vescicole spesso sotterranee, a forma di sacco e chiamate utricoli, che pompando ioni verso l'esterno, provocano una fuoriuscita d'acqua per osmosi e la conseguente creazione di un vuoto parziale al loro interno. L'utricolo possiede una piccola apertura sigillata ermeticamente da una porta. Nelle specie acquatiche, la porta è dotata di un paio di lunghi peli innescanti. Gli invertebrati acquatici (come le pulci d'acqua, Daphnia sp.) che toccano questi peli provocano l'apertura della porta verso l'interno. Il rilascio del vuoto genera un risucchio che aspira l'acqua e la preda all'interno della vescicola, dove poi avviene la digestione. Le dimensioni degli utricoli variano da 1 a 4 mm.
Molte specie di Utricularia - come l'U. sandersonii - sono terrestri e si accrescono sui suoli fradici; i loro meccanismi di intrappolamento vengono attivati in maniera leggermente diversa. Le utricularie sono prive di radici, sebbene le specie terrestri posseggano steli d'ancoraggio che le ricordano. Le specie viventi nelle acque temperate producono delle gemme che, durante i freddi mesi invernali, si staccano dalla pianta con la sua morte e rimangono in quiescenza fino all'arrivo della primavera. L'U. macrorhiza crescendo regola il numero di vescicole in base al tipo di nutriente predominante nel suo habitat.


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Trappola a nassa
Trappola sotterranea di GenliseaLe trappole a nassa sono tipiche delle Genlisea, le piante cavaturaccioli. In queste piante, che appaiono specializzate nella cattura di protozoi acquatici, una foglia modificata a forma di "Y" consente l'entrata alla preda, ma non l'uscita.
Ciò avviene grazie alla presenza di peli diretti verso l'interno che forzano la preda a muoversi in una particolare direzione. Entrando nell'apertura a spirale che serpeggia attorno alle due braccia superiori della Y, le prede sono costrette a raggiungere inesorabilmente lo "stomaco", l'apparato digestivo posto nel braccio inferiore della Y. Si pensa che il movimento della preda sia favorito anche dall'acqua che scorre attraverso la trappola, producendo un risucchio simile a quello generato dalle vescicole delle Utricolarie. Probabilmente questi due tipi di trappole sono relazionati dal punto di vista evolutivo.
Strutture simili a questo tipo di trappola sono riscontrabili in Sarracenia psittacina e Darlingtonia californica.

Nozioni per la coltivazione
Per iniziare a coltivare con discreto successo le Piante Carnivore è necessario seguire alcune fondamentali regole.

Acqua
L'acqua per tutte le piante è indispensabile, ma se alcune nostre piante d'appartamento non hanno particolari preferenze, le nostre amate carnivore richiedono invece acque "particolari".
Per garantire loro lunga vita e salute è infatti necessario dare loro acqua estremamente "dolce", come può essere l'acqua distillata o l'acqua piovana

Acqua piovana
L'acqua piovana è molto indicata per le nostre piante carnivore, essendo povera di minerali, può essere quindi raccolta durante le piogge e temporali. L'importante è che la zona in cui raccolgiamo l'acqua non sia un una zona eccessivamente inquinata, come possono esserlo le città o le zone industriali; attenzione inoltre a come raccogliamo l'acqua. E' importante raccolgiere l'acqua in contenitori di plastica e non metallici.

Acqua Distillata
L'acqua distillata è la soluzione ottimale per le nostre piante carnivore, essendo un'acqua appunto pura. Potremo quindi tranquillamente impiegare questo tipo di acqua per la nostra coltivazione, l'unico incoveniente con questa soluzione è il costo dell'acqua, che nel caso la nostra collezione si estenda allora la spesa potrebbe diventare eccessiva.

Acqua minerale
L'acqua minerale puo anch'essa essere utilizzata per le nostre coltivazioni, purchè il contenuto di sali disciolti sia il più basso possibile. E' comunque da precisare che l'acqua minerale è meno adatta delle altre sopra elencate, e il costo è sicuramente molto più elevato.

Luce e sole
Altro elemento fondamentale per la vita e la fotosintesi delle nostre piante. La luce rimane uno dei punti chiave per la coltivazione. Alcune piante ovviamente prediligono il sole diretto, mentre altre chiedono solamente una luce diffusa. L'importante è garantire loro comunque sempre la luce necessaria per la crescita, e diventa necessario ricreare artificialmente una lunga esposizione alla luce anche d'inverno per alcune specie.

Cibo e stuzzichini
Non è necessario dare nulla alle piante, questo perchè loro stesse sono dotate di sistemi complessi ed efficientissimi per poterselo procurare. Alcune persone danno addirittura biscotti, carne, frutta alle loro piantine. Inutile dire che queste persone hanno poi visto velocemente la morte delle loro amate. Questo perchè le carnivore sono piante che nonostante siano in grado di "mangiare" insetti, non sono in grado di digerire cibi diversi come può essere la carne cruda*, i biscotti o la frutta, al massimo potete dare loro qualche insetto vivo.
*Ad eccezione di alcune piante

Terreno
Il terreno da usare per le nostre piante è principalmente uno e uno soltanto:la torba di sfagno. La torba di sfagno è una torba ottenuta dalla decomposizione dello sfagno, che non è altro che un muschio particolare sul quale crescono diverse piante carnivore. Questa torba è sostanzialmente povera di azoto e altre sostanze, le quali la pianta si procura tramite le proprie trappole. Sono da escludere dunque terricci universali, stallatico e terra di campagna comune. L'importante è che la torba di sfagno sia il più acido possibile, con un ph non superiore preferibilmente a 5.
E' inoltre utile controllare che la percentuale di azoto sia il più basso possibile.

Risultato
Il risultato finale sarà una bella pianta carnivora, tenuta benissimo ed in salute.
Altre cose importanati che posso aggiungere sono ad esempio di usare preferibilmente vasi di plastica non neri, di aleggerire il terreno con perlite o quarzo. L'ultima cosa è quella di dare l'acqua alle nostre pc dal fondo del vaso, utilizzando un sottovaso e non bagnare mai le foglie. E' necessario mantenere in quest'ultimo sempre due dita di acqua.



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MessaggioTitolo: Dionaea Muscipula   Piante carnivore EmptyLun Ott 29, 2012 7:34 am

Dionaea Muscipula

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Nome botanico: Dionaea Muscipula
Famiglia: DROSERACEE. È l'unica specie di questo genere. Le foglie possiedono trappole mobili in grado di chiudersi a scatto imprigionando la preda attratta.
Localizzazione geografica: localizzata in Carolina del nord
Carolina del Sud (U.S.A) nelle torbiere paludose


Descrizione
E' una piccola pianta erbacea in cui le foglie sono disposte a rosetta attorno ad un punto centrale. Questa pianta misura fra 10 e 14 centimetri quando questa è adulta. L'aspetto della pianta varia a seconda delle stagioni:d'inverno la pianta si abbassa al suolo, mentre d'estate le foglie si alzano dritte e le trappole sono molto più grosse e colorate (per la maggior parte delle piante). I lunghi gambi delle foglie posseggono alla loro estremità una trappola munita di "denti" morbidi.
L'interno delle trappole diventa rosso quando la pianta viene esposta per diverse ore al sole. Le trappole misurano circa 2 - 3 centimetri.


Periodo di fioritura: Maggio-giugno nel relativo habitat naturale. Può subire variazioni in coltura. Dal centro della rosetta si alza il fiore, lungo circa 20-30 cm con all'estremità diversi fiori bianchi a grappolo.
Questi fiori daranno facilmente piccoli semi neri brillanti somiglianti ai semi dell' uva.

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Periodo di sviluppo: Da marzo ad ottobre.
La Dionaea ha un periodo di riposo durante l' inverno ma rimane comunque sempre verde se riparata.

Metodo di coltivazione
Utilizzare un vaso da 10 a 12 centimetri.
Il rinvaso avverrà a fine inverno inizio primavera. Il composta si comporrà di torba di sfagno (torba bionda di sfagno) e sabbia di quarzo o perlite (agriperlite, superlite) praticamente in quantità uguale, il tutto ricoperto da uno strato di sfagno ma quello non è indispensabile. Bagnare abbondantemente durante il periodo di sviluppo tenendo 2-3 cm di acqua costante nel sottovaso e conservare umido durante l' inverno. Se si desidera avere un colore delle trappole molto intenso dovrà ricevere il massimo di sole. D'estate piena esposizione solare all'aperto è perfettamente adatta, ma dovrà essere tenuta un po' riparata dal gelo d'inverno, andrà bene una temperatura tra i +5 e 0°.
Dopo che la pianta ha avuto un buon riposo ricomincierà a crescere a partire da marzo. Durante il mese di aprile il gambo del fiore comincierà a comparire. Durante la fioritura la pianta quasi non produce foglie perché dedica tutta l' energia al fiore.
Molta gente ha tagliato i fiori per avere una pianta più bella. Per tanto molti consigliano il taglio del fiore, almeno finchè la pianta non raggiungerà una dimensione adulta e uno stato di salute più forte.

Riproduzione e Moltiplicazione

Da seme
Dopo che i fiori sono stati impollinati i semi metteranno circa quattro settimane per diventare maturi. Sono contenuti in una capsula che contiene circa venti semi. Una volta matura la capsula si apre ed i semi vengono sparsi attorno alla pianta. I semi dovranno essere seminati circa il mese di febbraio, su composto misto torba-perlite 1:1.
I semi non dovranno essere interrati, ma al massimo ricoperti da sfagno tagliuzzato e sminuzzato. Il tutto sarà tenuto molto umido e ricoperto da plastica o vetro...Solo quando le piantine saranno abbastanza robuste le potremo scoprire leggermente togliendo gradualmente la copertura. La pianta impiegherà poi quattro anni circa prima di poter produrre a sua volta un fiore.

Da talea di foglia
Questa tecnica potrà essere utilizzata solo con foglie sane e adulte.



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MessaggioTitolo: Sarracenia   Piante carnivore EmptyLun Ott 29, 2012 7:35 am

Sarracenia

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Nome Botanico:Sarracenia

Famiglia: SARRACENIACEAE. Esistono 8 specie pure e infiniti ibridi. Le trappole sono a "tubo", detto ad ascidio, alti addirittura più di un metro, in grado di attrarre ed imprigionare diverse prede.

Localizzazione: Stati Uniti (U.S.A) e Canada

Descrizione
Le sarracenie sono piante estremamente affascinanti e strane, dalle forme e dai colori più svariati. La pianta possiede un "rizoma" a filo del terreno, dal quale partono numerosi "ascidi" ovvero foglie a forma di tubo con un apertura sull'alto ed un opercolo che funge da coperchio .
La pianta cresce praticamente in terreni paludosi, con le radici imerse nell'acqua, totalmente esposta al sole.
La pianta necessita di un periodo di dormienza che va circa da ottobre a marzo, nel quale la pianta smette di produrre ascidi e di crescere. La temperatura ideale per la dormienza e da -10 a 0, ed in questo periodo la Sarracenia perde i vecchi ascidi, che seccheranno nell'attesa della bella stagione per poter produrre nuove trappole, che saranno ogni anno più grandi dell'anno precedente.

Sarracenia Rubra Alabamensis
Periodo di fioritura: La Sarracenia fiorisce all'inizio del periodo vegetativo, tra marzo e giugno. Produce fiori di diverse dimensioni e colori a seconda della specie; il fiore non è autoimpollinante, quindi deve essere impollinato o naturalmente (insetti vento etc..) oppure artificialmente. Una volta impollinato il fiore darà diversi semi, piuttosto piccoli, che dovranno subire un processo di Stratificazione prima di poter essere seminati.

Periodo di sviluppo: Da Marzo a Ottobre, necessita di riposo vegetativo d'inverno, dove la pianta perderà le vecchie trappole.

Coltivazione
Per la sarracenia è necessario un vaso profondo e piuttosto largo, con un composto in rapporto 1:1 di torba bionda di sfagno e perlite, sabbia silicea, o quarzo. Può essere utile anche l'utilizzo di vermiculite, in proporzione 1:10 sul composto totale, la quale darà sostanze utili alla crescita della pianta. E' importante lasciare sempre la pianta al sole diretto con 3-4 cm di acqua deminerallizzata o piovana, tranne durante le ore estremamente calde d'estate, nelle quali potremo proteggere la pianta dai raggi solari con apposite retine nere usate nella coltivazione di ortaggi etc..
Alla fine del periodo vegetativo la pianta dovrà restare all'esterno, ad una temperatura compresa tra -10 e 0°, togliendo i 3-4 centimetri di acqua, lasciando il terreno leggermente umido. Gli ascidi vecchi potranno essere "potati" ma solamente se secchi, infatti la pianta non ama i tagli delle sue parti ancora verdi.
Il rinvaso, che dovrà essere effettuato solo se necessario, avverrà alla fine del periodo di riposo, preferibilmente nel periodo di febbraio. La pianta comunque non ama particolarmente i rinvasi, ed è quindi consigliabile se il problema riguarda lo spazio del vaso, di rinvasare il pane di terra intero in un vaso più grande con terra attorno.

Riproduzione e moltiplicazione

da Seme:
Le Sarracenie producono una buona quantità di semi, che però dovranno essere seminati preferibilmente l'anno seguente. Il motivo di tale cosa è la necessità di sottoporre i semi a stratificazione, ovvero riprodurre artificialmente l'esposizione dei semi al freddo.

Da Talea
La Sarracenia è dunque una specie impegnativa ma non impossibile, anzi, seguendo i consigli basilari, si può arrivare ad ottenere ottimi risultati.


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MessaggioTitolo: Drosera   Piante carnivore EmptyLun Ott 29, 2012 7:36 am

Drosera

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Nome Botanico:Drosera
Famiglia:DROSERACEAE (varie specie, come Capensis, Adelae, Aliciae....), le foglie sono ricoperte da piccoli "peli" o tentacoli, dotati di ghiandole in grado di secernere una sostanza appiccicosa utile oltre alla cattura, anche alla digestione.
Localizzazione: il genere è presente su tutti i continenti, dai poli all'equatore.


Descrizione
La Drosera è una pianta che cresce solitamente a rosetta (esclusi alcuni casi)con foglie tenere ricoperte da tentacoli dotati a loro volta di una "goccia" di colla all'estremità.
Tale colla attrae gli insetti ma li imprigiona al minimo contatto, invischiandoli senza via di scampo. Dopodiche la foglia si arrotola attorno alla preda, imprigionandola definitivamente e digerendola. La Drosera è presente in varie forme e vari aspetti. Esistono molte specie, ma non tutti i metodi di coltura sono adatti ad ogni drosera.
Infatti vi sono drosere che provengono da zone molto calde, altre da zone temperate e addrittura da zone tropicali.

Periodo di Fioritura: La drosera fiorisce solitamente da marzo ad ottobre, a seconda della specie e dla tipo di coltivazione.Il fiore è per tutte le specie sorretto da un gambo molto lungo e in cima termina appunto con diversi fiori, di vari colori a seconda della pianta, dal bianco al rosso sino al rosa.Da qui produce abbondanti semi essendo autoimpollinante.

Periodo di sviluppo: A seconda della Drosera, il periodo migliore comunque è da marzo a ottobre.Alcune drosere necessitano di un periodo di riposo come le Dionee o le Sarracenie, mentre altre richiedono un clima costante come ad es le Nepenthes.


Metodo di coltivazione
Esistono vari metodi di coltivazione per ogni tipo di Drosera, ma vedremo adesso solo alcuni esempi. La Drosera Capensis, pianta originaria dell'Africa, è una delle piante più rintracciabili sul mercato. Questa painta deve essere coltivata in vasi di 12-13 centimetri, con un substrato composto da torba di sfagno e perlite o sabbia di quarzo. Come al solito saranno necessari 3-4 centimetri di acqua distillata o piovana nel sottovaso. Questa pianta può crescere tranquillamente esposta in pieno sole, l'importante è mantenere sempre l'acqua. Durante l'inverno la Capensis deve rimanere all'aperto, dove anch'essa andrà in riposo. Nel caso vi siano temperature eccessivamente rigide la pianta perderà tutte le foglie, ma le radici ne daranno di nuove in primavera.
Nel caso invece della Drosera Adelae, le cose sono un poco diverse.L'Adelae è originaria dell'australia, cresce anch'essa in un composto di torba e perlite, con ovviamente 3-4 centimetri di acqua nel sottovaso.L'adelae però non gradisce particolarmente il sole, il quale potrebbe rovinarle le foglie. Questa pianta preferisce essere posta in luoghi molto umidi, ben illuminati e caldi.l'ideale per l'adelae è un terrario, ma non è indispensabile. Ovviamente essendo amante del gran caldo e dell'umidità elevata, non necessità di riposo invernale, anzi , deve rimanere coltivata in luogo caldo e umido.

Riproduzione e moltiplicazione

Da seme:
Le drosere producono abbondanti semi ottenuti dai fiori autoimpollinanti. Rimuovere i fiori ormai secchi e carichi di semi e raccogliere questi ultimi con molta delicatezza essendo veramente molto piccoli.In seguito basterà spargere i semi sulla superficie del nostro solito composto oppure sul composto della pianta madre mantenendo il tutto alla luce con molta umidità. Attenzione: Alcune Drosere come la Intermedia necessitano di stratificazione.

Da Talea:
Le drosere si rendono ottime per la realizzazione di talee, che possono essere da foglia o da radice. La Adelae si riproduce anche tramite stoloni, ovvero le radici fuoriescono dal terreno dalla pianta madre dando vita a nuove piantine, che potranno essere divise in un secondo momento tagliando il "cordone ombelicale" che le unisce alla madre.

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MessaggioTitolo: Pinguicole   Piante carnivore EmptyLun Ott 29, 2012 7:36 am

Pinguicole ( x weser)


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Nome botanico: Pinguicula x weser
Famiglia: Lentibulariacee. Famiglia di cui fanno parte i generi pinguicole e utricolarie
Localizzazione geografica: Ibrido molto resistente diffuso in commercio.

Descrizione
E' una piccola pianta erbacea in cui le foglie sono disposte a rosetta attorno ad un punto centrale. Questa pianta misura fra 7 e 10 centimetri quando questa è adulta. L'aspetto iniziale puo essere quello di una piccola pianta grassa, a causa del colore pallido delle sue foglie e dalla copertura vischiosa delle foglie che rende la pianta lucida. Con una breve esposizione al sole, la pianta può assumere una colorazione rosa tendente al rosso, mentre durante l'inverno, la pianta va a riposo, producendo foglie più sottili e prive di colla. Durante il periodo vegetativo, la superficie delle foglie è ricoperta di piccoli peli difficilmente visibili ad occhio nudo, i quali dotati di una minuscola goccia di colla, catturano la preda e secernendo enzimi digestivi, iniziano la digestione dell'insetto.

Periodo di fioritura: Con l'arrivo della primavera, questa graziosa pianta inizia a produrre grandi quantità di fiori, molto semplici ma decorativi. Dal centro della rosetta si alza il fiore, lungo circa 10-15 cm.
Questi fiori danno difficilmente semi, essendo questa pinguicola non autoimpollinante.


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Periodo di sviluppo: Da marzo ad ottobre.
La pinguicola x weser ha un periodo di riposo durante l' inverno ma rimane comunque sempre verde. E' necessario evitare temperature inferiori agli 8-10° e, in caso di gelate, la pianta non rinascerebbe dall'apparato radicale.


Metodo di coltivazione
Utilizzare un vaso o una ciotola da 10 a 12 centimetri.
Il rinvaso avverrà a fine inverno inizio primavera. Il composto si comporrà di torba di sfagno (torba bionda di sfagno) e sabbia di quarzo o perlite (agriperlite, superlite) praticamente in quantità uguale. Bagnare abbondantemente durante il periodo di sviluppo tenendo 2-3 cm di acqua costante nel sottovaso e conservare umido durante l' inverno. Questa pianta gradisce ricevere molta luce, ma tollera male l'esposizione diretta del sole per troppo tempo.
D'inverno, è possibile continuare a coltivare la x weser come d'estate ma per farlo, è necessario ricorrere a terrari o serre illuminate e riscaldate. Se si preferisce, la pianta può intraprendere un periodo di riposo che durerà tutto 'linverno, nella quale sarà solamente necessario garantirle buona illuminazione, leggera umidità del substrato (attenzione alle muffe) e temperature non inferiori ai 8-10°


Riproduzione e Moltiplicazione

Da seme
Dopo che i fiori sono stati impollinati i semi metteranno circa quattro settimane per diventare maturi. Una volta matura la capsula si apre ed i semi vengono sparsi attorno alla pianta. Isemi dovranno essere seminati in primavera estate, su composto misto torba-perlite 1:1.
I semi non dovranno essere interrati e tutto sarà tenuto molto umido e ricoperto da plastica o vetro...Solo quando le piantine saranno abbastanza robuste le potremo scoprire leggermente togliendo gradualmente la copertura. La pianta impiegherà poi pochi mesi per raggiungere ottime dimensioni.

Da talea di foglia
Questa tecnica potrà essere utilizzata solo con foglie sane e adulte.


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