Tigre Webmaster
Data d'iscrizione : 02.10.12 Località : Genova Età : 52 Messaggi : 303
| Titolo: Quartieri di Genova: Boccadasse Gio Nov 15, 2012 9:39 am | |
| Boccadasse è un antico borgo di pescatori, posto nell'immediato levante di Genova. Deve il suo nome alla forma dell'insenatura in fondo alla quale sorge, che dall'alto sembra una "böcca d'äse", una bocca di asino in genovese.
L'antico borgo (che ospita -tra l'altro- anche Livia, l'eterna fidanzata del Commissario Montalbano, creazione dello scrittore Andrea Camilleri) è un luogo di grande suggestione, praticamente al di fuori del tempo e da tempo immemorabile è luogo dove i genovesi vanno a fare due passi ed a mangiare il gelato. (A boccadasse è ancora attiva una delle poche gelaterie che oltre 30 anni fa facevano il gelato durante tutto l'arco dell'anno!) La baia e le case antiche che la coronano, formano un luogo anche molto romantico e in effetti è facile trovarvi coppie visibilmente innamorate che passeggiano, mano nella mano, ormai dimentichi di tutto ciò che non sia la persona amata.
Boccadasse sorge "in fondo" a Corso Italia (proveniendo dal centro) ed è il punto di arrivo dei "due passi" che i genovesi amano fare su questa loro suggestiva passeggiata a mare.
Il borgo è sovrastato dalla chiesa dedicata a Sant'Antonio di Boccadasse, dove sono custoditi innumerevoli ex-voto legati a drammatiche situazioni marine.
Ancora oggi è facile trovare pescatori, spesso anziani, che rammendano reti, mentre i gatti sonnecchiano sulle barche in paziente attesa che qualche pescatore, intenerito dai loro ansiosi miagolii, gli regali un guizzante pesciolino. Secondo una leggenda il borgo sarebbe stato fondato intorno all’anno 1000 da alcuni pescatori spagnoli che, colti da una tempesta, trovarono rifugio in questa insenatura. Dal nome del loro capitano (De Odero o Donderos), sarebbe derivato il cognome Dodero, ancora oggi diffuso nella zona.
Il borgo di Boccadasse è sempre stato parte integrante del territorio di S. Francesco d’Albaro, da cui dipendeva amministrativamente, sia come comune che come parrocchia. S. Francesco d’Albaro fino all’Ottocento era un comune rurale, composto di case sparse, orti e ville signorili sulle colline prospicienti il mare: Boccadasse ne costituiva una piccola appendice periferica, uno dei pochi nuclei compatti di questo territorio e l’unico in riva al mare.
Successivamente sei comuni della bassa Val Bisagno, e tra questi San Francesco d’Albaro, furono accorpati al comune di Genova. L’espansione edilizia del Novecento ha cambiato profondamente l’aspetto di questa zona, trasformandola in uno dei più eleganti quartieri residenziali di Genova, ma cancellando al tempo stesso il tessuto storico preesistente. In questo contesto il borgo di Boccadasse, per la posizione periferica, ma soprattutto per volontà dei suoi abitanti, è riuscito a conservare l’originale struttura urbanistica.
Secondo alcuni dal nome del borgo sarebbe derivato quello del quartiere di Buenos Aires la Boca, abitato da immigrati di origine genovese, ma non ci sono riscontri a supporto di questa affermazione. Chiesa di Sant'Antonio [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
La chiesa parrocchiale di Sant'Antonio di Padova, era in origine una semplice cappella, edificata agli inizi del XVIII secolo dai pescatori e dagli abitanti della zona. Nel 1787 fu ampliata e trasformata in una vera e propria chiesa, succursale di S. Francesco d'Albaro. La chiesa, affidata ai Frati Minori Conventuali, divenne parrocchia il 25 marzo 1894 (giorno di Pasqua di quell'anno) per decreto dell'arcivescovo Tommaso Reggio.
Nel 1827 fu costruito il campanile. La chiesa, l’unica a Genova intitolata al santo di Padova, fu più volte restaurata ed ampliata fra il 1880 e il 1978. Ha un’unica navata, un pavimento in marmi policromi e conserva al suo interno diverse opere d’arte tra le quali statue di Francesco Storace e Antonio Canepa. Alle pareti sono appesi come ex-voto diversi modellini di navi. La festa patronale si celebra con particolare solennità il 13 giugno.
La chiesa di Sant'Antonio è uno dei pochi edifici ancora esistenti (insieme con l’abbazia di San Giuliano, restaurata negli anni novanta del Novecento), dei tanti che, prima dell’apertura di Corso Italia, sorgevano sulle scogliere di Albaro
fonti: miste
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