Leonardo Amministratore ®
Data d'iscrizione : 26.09.12 Località : Genova - Italy Età : 56 Messaggi : 1231
| Titolo: Triora e l' Alta Valle Argentina Mar Gen 15, 2013 9:50 am | |
| Triora e l' Alta Valle Argentina[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] Triora è un borgo medievale che, sorge sulla cresta del monte Trono a 776 m da dove domina l’alta valle Argentina. Resa famosa dal processo alle streghe, presenta un interessante tessuto urbano medievale ancora ben conservato con vicoli coperti, portali, stemmi e punti panoramici. Fece parte della Marca Arduinica nel XI secolo, mentre nei secoli successivi passò ai Conti di Ventimiglia, per diventare dominio genovese nel 1261. Nel XVI secolo promulgo propri statuti poi riformati nel 1500.
Centro agricolo importante, il borgo fu duramente colpito dai tedeschi nel 1944 e, col passare del tempo, ha assunto un carattere più turistico. Posto all’inizio dell’abitato, il Museo etnografico ha ricostruito l’ambiente agricolo della zona, articolando nelle varie sale il “ciclo del castagno”, “del vino”, “del latte”, nonché una cucina con gli utensili relativi; inoltre un piccolo giardino botanico mostra l’ambiente naturale della zona. Infine, nel piano inferiore, nelle antiche prigioni, ambiente ideale per crearvi un immaginario antro delle streghe, si conservano i documenti relativi al processo alle streghe: 12 donne e un uomo accusati di stregoneria furono sottoposti a crudeli supplizi. Inviati poi al tribunale di Genova (tutto e registrato fedelmente negli atti), i malcapitati furono condannati al rogo.
Per gli amanti delle leggende dal sapore un po’ misterioso, e consigliata una “visita” alla Cabotina o casa delle streghe, luogo dove si esegui la pena capitale per le malcapitate vittime del famoso processo del 1587-89. Da via Roma si giunge al Castello (XII-XIII secolo) e, dopo aver attraversato vicoli e vicoletti stretti e bui si arriva alla Collegiata, con l’adiacente oratorio di San Giovanni Battista, sorta sulle rovine di un “fanum”, sorta di tempio pagano. Un po’ a est si colloca la chiesa di San Dalmazio, alterata rispetto alla sua originaria costruzione del secolo XIII. Prima di giungere all’abitato, sulla sinistra, si colloca la Madonna delle Grazie del XII XIII secolo, con l’ottocentesca chiesa del Buon Viaggio poco distante, sosta tradizionale per chi andava in processione al santuario di San Giovanni dei Prati. Più avanti una deviazione a sinistra conduce alla chiesa rurale di San Bernardino, sorta o ricostruita nel XV secolo ad ovest delle mura, caratteristica per il porticato antistante la facciata a tre arcate. A nord, presso la porta della Colla, si erge la chiesa suburbana di Santa Caterina, edificata dalla famiglia Capponi in fuga da Firenze nel XIII secolo.
Le origini
Il borgo di Molini di Triora sorge alla confluenza dei Torrenti Argentina, Capriolo e del Rio di Corte e deve al sua origine e fortuna alla funzione di collegamento verso l’Alta Valle Argentina oltre che l’abbondanza d’acqua ed agli impianti idraulici. Infatti i contadini portavano dalle aree vicine, cereali, fave, castagne ed olive ai numerosi mulini del paese, dal paesaggio sotto il controllo genovese nel 1261, Triora ha rappresentato per la Repubblica un cardine del sistema difensivo prealpino e di controllo sulle aree circostanti. Pur non affiancata da alcuna grande via di comunicazione, ha giurisdizione su un territorio tanto vasto da comprendere anche le vie di crinale, e costituisce un baluardo contro l’invadenza dei Savoia del Piemonte. Lo sviluppo di Triora non è stato legato ad attività commerciali o di trasformazione di prodotti agricoli localizzate a Molini ma allo sfruttamento di boschi e degli spazi agricoli, spesso esigui, dei pendii terrazzati, alla pastorizia ed alla produzione di calce e carbone. Corte, frazione di Triora, ne seguì la sorte passando dal dominio dei Conti di Ventimiglia a quello della Repubblica di Genova, verso la metà del XIII secolo. Fedele alla Repubblica di Genova, Corte fu data alle fiamme con Andagna nel 1625 dalle truppe franco-piemontesi, durante un episodio della lotta secolare di Genova e Torino per il controllo del Ponente ligure.
Lo sviluppo del paese è simile a quello di altri centri della valle: raccolto e compatto, con articolati edifici in cui si ripropone il caratteristico dell’ardesia che coprono o interrompono un tessuto di strade e stradine molto frammentate. Il paesaggio fra Triora e il Passo della Guardia fa da scenario a specie animali e floreali di grande interesse sia per la loro rarità sul territorio ligure sia per le caratteristiche che le collocano fra gli endenismi (specie che vivono in un territorio molto circoscritto) i paleoendenismi (specie che sono sopravvissute conservando inalterati i caratteri già presenti milioni di anni fa) e le forme che sono considerati relitti glaciali. In sintesi si possono ricordare alcune tra le presenze più significative: tra gli animali l’Aquila reale, il Biancone, il Gufo reale, il Corvo imperiale, il Picchio nero, il Gallo forcello, la Lepre bianca, l’Ermellino, la marmotta, il Camoscio. Tra i fiori: il Giglio pomponio, il Rapontico di Bicknell, la Regina delle Alpi, la Sassifraga callosa e una piccola pianta carnivora: la Pinguicola comune.
Possiamo dare un’identità agli uomini che nel corso del III millennio a.C. eressero questo menhir, una lastra in pietra infissa nel terreno. Il fortunato rinvenimento dell’uomo di Similaun, mummificatosi in seguito a particolari condizioni climatiche, ci ha rivelato preziosissime informazioni sul modo di vita dei pastori che conducevano i loro greggi all’alpeggio durante i mesi estivi, raggiungendo i passi alpini anche alle più alte quote.
Il Museo regionale etnografico e della stregoneria
Tutti i giorni Triora fa rivivere il passato nell’arte e nella natura. La graziosa cittadina ospita infatti un interessante [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], aperto ogni giorno, compresa la domenica. Il museo non vuole essere soltanto una esposizione di oggetti, ma soprattutto un invito, uno stimolo a visitare l’antico paese, le sue caratteristiche borgate e frazioni, dove ancora si possono trovare in uso attrezzi esposti nel museo stesso.
Nel 1558, fu celebrato un processo contro un gruppo di tredici donne, considerate responsabili della carestia che aveva flagellato l’anno precedente la regione. Dopo un processo sommario voluto per iniziativa popolare, le donne, accusate di stregoneria, furono condannate al rogo. Insieme a loro quattro fanciulle e un ragazzo. Le sentenze di morte vennero poi tramutate in pene detentive, da scontarsi nelle carceri genovesi, in attesa dei processi definitivi. Mentre le autorità religiose si palleggiavano per mesi le responsabilità del processo, le streghe si consumavano in carcere e ben cinque di loro morirono. Nulla di certo si sa della sorte delle altre.
In quelle carceri è sorto il museo etnografico e della stregoneria. Nei suoi sotterranei non solo sono vive superstizioni e credenze, ma sono presenti riproduzioni di documenti conservati nell’Archivio di Stato di Genova, che narrano fedelmente supplizi tremendi e interrogatori spietati. Ben quattro lugubri sale sono dedicate a questo tragico capitolo di storia locale. In una è stato ricostruito il tradizionale antro della strega, completo di gatto nero impagliato, focolare con pentolone dal contenuto poco invitante, accanto al quale sogghigna sinistramente una strega. Vicino una donna coperta da un camice bianco attende il supplizio sdraiata su un cavalletto.
Un’altra sezione del museo, suddivisa in sei sale, è dedicata all’etnografia. Ogni sala rappresenta un ciclo di vita quotidiana. Sono esposti gli attrezzi utilizzati dai contadini, dai mulattieri, dai falegnami, dai panettieri. Una sala è dedicata al ciclo del castagno, per molti anni unica fonte di sostentamento per intere famiglie. In un’altra sala è ricostruita fedelmente una cucina, con il focolare e l’essiccatoio. Un piccolo locale comunicante ricostruisce l’ambiente e il processo di lavorazione del latte e dei prodotti ovini, mentre in cantina botti, tini e fiaschi riportano il visitatore a un’attività, la viticoltura, un tempo tanto praticata.
Orario del Museo: tutti i giorni 14.30 -18.00, sabato e domenica 10.30 - 12.00
Cosa vedere e altri punti di interesse
Il borgo medievale, già feudo dei Conti di Ventimiglia, poi fortezza inespugnabile della Repubblica di Genova, ha origini remote legate alle prime battaglie fra opposte fazioni (ritrovamenti archeologici a Loreto, Realdo, Creppo e Borniga). Cerbero immortale a guardia dei confini liguri, di questa Repubblica segue le sorti e gli splendori fino all’epoca napoleonica. I resti delle anche vestigia sono oggi meta del turismo internazionale e fra i più celebrati della Liguria di ponente.
Da vedere i “Carugi” molto caratteristici, seppur danneggiati durante la seconda guerra mondiale, meritano un’attenta visita. Il Castello con i ruderi e il torrione centrale, testimonia la tenacia degli abitanti. Il fortino indicato sulle cartine come “locum iustitiae”, poiché vi si eseguivano le pene capitali, fu posto di dogana con il Piemonte. La chiesa di San Dalmazzo sorge dove un tempo esisteva la fortezza omonima. Punto panoramico dal sagrato. La Collegiata sorta su di un “Fanum” pagano, è ricca di opere d’arte fra cui un quadro di scuola senese (il Battesimo di Cristo) datato e firmato da Taddeo di Bartolo nel 1397.
Oratorio San Giovanni Battista, pinacoteca ricca di quadri del Gastaldi e del Cambiaso e custode di una preziosa statua del Maragliano. La chiesa campestre di San Bernardino, è giustamente famosa per i suoi affreschi medievali (scuola del Canavesio). Santa Caterina antica chiesa del 1390 edificata dalla famiglia Capponi. E’ posta a 10 minuti di cammino dal capoluogo. La Cabotina ha un aspetto sinistro, secondo la tradizione in questo casolare si davano convegno le streghe per le loro opere malefiche. San Agostino chiesa seicentesca cara ai Trioresi perché custodisce il gruppo statuario della Madonna della Misericordia, scolpito nel 1841.
I Portali lavorati in pietra nera locale, sono molto numerosi e di carattere vario: religioso, nobile ed allegorico. Gli stemmi, tolti in parte all’epoca napoleonica, conservano il loro antico fascino.
Come raggiungere Triora
Auto : Autostrada A10 Genova-Ventimiglia uscita Arma di Taggia, seguire indicazioni per Triora (SS 548). Ferrovia : Stazione di Taggia-Arma o Stazione di San Remo. Aeroporti : Nizza (Francia), Genova, Villanova d'Albenga.
Principali distanze
Aeroporto di Nice côte d'azur (F) 90 km Aeroporto di Genova C. Colombo 155 km Città di Sanremo 39 km Città di Imperia 48 km Principato di Monaco (Montecarlo) 67 km Porto turistico Marina degli Aregai 35 km Porto turistico di Arma di Taggia 30 km Portosole di Sanremo 39 km Fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]Foto: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] | |
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