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 Il centro storico di Siena

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MessaggioTitolo: Il centro storico di Siena   Il centro storico di Siena EmptySab Ott 06, 2012 8:09 pm



Il centro storico di Siena

ITALIA

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Patrimonio dell'umanità dal 1995

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“Siena rappresenta uno degli archetipi di città medievale. Trasponendo sul piano architettonico la rivalità con Firenze, i suoi abitanti hanno inseguito, attraverso gli anni, una visione gotica ed hanno saputo conservare, nella loro città, l’aspetto acquisito tra il XII ed il XV secolo. In quell’epoca, Duccio, i fratelli Lorenzetti e Simone Martini hanno tracciato i sentieri dell’arte italiana e, in modo più ampio, europea. L’intera città, proiettata verso quel capolavoro di spazio urbano che è la Piazza del Campo, venne concepita come un’opera d’arte perfettamente integrata al paesaggio circostante”.

Per quanto riguarda la collocazione geografica, Siena si eleva sopra tre colli al centro della Toscana: questa caratteristica morfologica del territorio ha determinato il suo sviluppo urbanistico a forma di Y, caratterizzato da forti dislivelli, strade strette e tortuose ed improvvise aperture su vallate verdeggianti, a contatto con la campagna ricca di viti e di ulivi delle Colline del Chianti a nord, con gli estesi boschi della "Montagnola" a ovest e con le aride e pittoresche "Crete" al sud.

Chiusa gelosamente tra le rosse mura, conserva pressoché intatto il volto medioevale che prende forma nelle vie, nei vicoli angusti che salgono alla Cattedrale o scendono in piazza del Campo, negli scorci tramezzati da archi sottili, nelle caratteristiche casette rionali.

Siena è oggi soprattutto un centro di cultura tra i più noti a livello internazionale, che vanta un'Università nata ben 750 anni fa ed ospita istituzioni di prestigio quali l'Accademia Musicale Chigiana, l'Università per Stranieri, l'Accademia dei Fisiocritici e quella degli Intronati. La città è suddivisa in contrade (ne sussistono 17 delle originali 59), che disputano il Palio, una delle manifestazioni folcloristiche più antiche e famose d'Italia.


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Tra i miti relativi alle origini di Siena, il più noto è sicuramente quello che riconosce come fondatori della città i figli di Remo, Senio ed Aschio: di questa leggenda troviamo ancora oggi la testimonianza nel simbolo di Siena, la lupa che allatta i gemelli, di chiara derivazione romana.

Siena fu fondata come colonia romana al tempo dell'Imperatore Augusto e prese il nome di Sæna Julia. Le scarse notizie attendibili precedenti alla fondazione, suggeriscono l'esistenza di una comunità etrusca sulla quale si insediò la colonia militare romana ai tempi di Augusto.

Il primo documento che conosciamo in cui viene citata la comunità senese risale al 70 d.C. e porta la firma di Tacito che, nel IV libro delle Historiae, riporta il seguente episodio: il senatore Manlio Patruito riferì a Roma di essere stato malmenato e ridicolizzato con un finto funerale durante la sua visita ufficiale a Saena Julia, piccola colonia militare della Tuscia. Il Senato romano decise di punire i principali colpevoli e di richiamare severamente i senesi a un maggiore rispetto verso l'autorità.

Dell'alto medioevo non si hanno documenti che possano illuminare intorno ai casi della vita civile a Siena. C'è qualche notizia relativa alla istituzione del vescovado e della diocesi, specialmente per le questioni sorte fra il Vescovo di Siena e quello di Arezzo, a causa dei confini della zona giurisdizionale di ciascuno: questioni nelle quali intervenne il re longobardo Liutprando, pronunziando sentenza a favore della diocesi aretina. Ma i senesi non furono soddisfatti e pertanto nell'anno 853, quando l'Italia passò dalla dominazione longobarda a quella franca, riuscirono ad ottenere l'annullamento della sentenza emanata dal re Liutprando. Pare, dunque, che al tempo dei Longobardi, Siena fosse governata da un Gastaldo, rappresentante del re: gastaldo che fu poi sostituito da un Conte imperiale dopo l'incoronazione di Carlo Magno. Il primo conte di cui si hanno notizie concrete fu Winigi, figlio di Ranieri, nel 867. Dopo il 900 regnava a Siena l'imperatore Ludovico III, il cui regno non durò così a lungo, dal momento che nel 903 le cronache raccontano di un ritorno dei conti al potere sotto il nuovo governo del re Berengario.

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La Repubblica Senese raggiunse forse il suo momento di maggiore potenza con la battaglia di Montaperti (1260) quando, sconfitti i Fiorentini, Siena si impose come prima città della Toscana.

Siena si ritrova nel X secolo al centro di importanti vie commerciali che portavano a Roma e, grazie a ciò divenne un'importante città medievale. Nel XII secolo la città si dota di ordinamenti comunali di tipo consolare, comincia a espandere il proprio territorio e stringe le prime alleanze. Questa situazione di rilevanza sia politica che economica, portano Siena a combattere per i domini settentrionali della Toscana, contro Firenze. Dalla prima metà del XII secolo in poi Siena prospera e diventa un importante centro commerciale, tenendo buoni rapporti con lo Stato della Chiesa; i banchieri senesi erano un punto di riferimento per le autorità di Roma, ai quali si rivolgevano per prestiti o finanziamenti.

Alla fine del XII secolo Siena sostenendo la causa ghibellina, si ritrovò nuovamente contro Firenze, la quale in un primo momento ebbe la peggio, ma poi i senesi persero comunque la guerra nella battaglia di Colle Val d'Elsa, che portò nel 1287 l'ascesa del Governo dei Nove.

Il periodo di maggior splendore, sia dal punto di vista economico che da quello demografico ed artistico, coincide con il "Governo dei Nove", che amministrò la città a cavallo tra XIII e XIV secolo. All'opera dei Nove si deve gran parte della sistemazione urbanistica del borgo medioevale, compresa la costruzione dei suoi massimi edifici, dalla Cattedrale al Palazzo Pubblico, e la creazione di gran parte dello splendido patrimonio artistico, che ancora oggi ne fa uno dei centri culturali più importanti d'Europa.

La libertà senese fu difesa strenuamente fino al 1555, quando la città cadde sotto il dominio Mediceo e fu così compresa nel Granducato di Toscana. Lo sviluppo economico e culturale di Siena non arrivo più, nei secoli seguenti, ai vertici di grande splendore dei primi decenni del Trecento. Ancora oggi, i fasti passati rappresentano uno dei motivi principali del forte attaccamento, da parte dei cittadini, ai valori municipali e repubblicani delle sue radici storiche.

Piazza del Campo


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Piazza del Campo è la piazza principale della città di Siena. Famosa per la sua particolare forma a conchiglia, è rinomata ormai in tutto il mondo per la sua bellezza architettonica.

Lo spazio che diventerà la piazza era, alle origini di Siena, un terreno bonificato per permettere il defluvio delle acque piovane. Il nucleo della città in formazione si trovava più in alto, nella zona di Castelvecchio e il futuro "Campo" era uno spazio per i mercati, appena laterale rispetto alle principali strade di comunicazione che passavano per la città e situato esattamente ad un crocevia. Qui si incontrano ancora oggi le direttrici per Roma a sud-est, il mare a sud-ovest e Firenze a nord.

La storia della Piazza si intreccia fortemente con quella della costruzione del Palazzo Comunale o Palazzo Pubblico, che si affaccia sulla piazza. Il primo documento che parla di sistemazione dello spazio del "Campo" è del 1169 e si riferisce a tutta la vallata comprendente sia l'attuale piazza che la Piazza del Mercato, al giorno d'oggi retrostante al Palazzo Comunale. In questa data, la comunità senese acquista il terreno che andava dalle attuali Logge della Mercanzia all'attuale Piazza del Mercato. La prima notizia di una suddivisione delle due piazze si ha nel 1193 e fa dedurre che nel frattempo fosse stato costruito almeno un muro divisorio, forse per arginare le acque piovane.

Fino al 1270, con il Governo dei Ventiquattro (1236-1270), lo spazio della futura piazza viene usato per fiere e mercati.
Se da una parte il Campo non è un mero "campo", dall'altra non viene progettato "a tavolino". Nonostante non abbia ancora assunto la forma che vediamo oggi, sembra esserci già un'intenzione di farne uno spazio destinato sia alle feste pubbliche, in analogia a quello che il Duomo è per le feste religiose, sia ai mercati e ai commerci in genere.

Caduto questo governo degli aristocratici, con il Governo dei Nove (1287-1355) si comincia a pensare a una sede "neutra" per il governo della città. Questo nucleo del Palazzo Comunale, darà anche impulso ad una consona sistemazione della piazza antistante.

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La pavimentazione della piazza inizia nel 1327 e termina nel 1349. Ancora oggi, la parte centrale è pavimentata in modo analogo, con la suddivisione in nove spicchi a memoria del Governo dei Nove.

Lo skyline e la struttura di piazza del Campo non sono nati "spontaneamente". Durante gli anni della sua costruzione, il governo di Siena ha via via emanato leggi al fine di uniformare facciate, spazi, fronti architettonici e di allineare il profilo e il perimetro dello spazio. Valga per tutti la distruzione della chiesa dei Santi Pietro e Paolo (posta tra gli attuali vicoli di San Pietro e di San Paolo), perché sporgente rispetto al perimetro che i palazzi circostanti stavano lentamente delimitando
.

I PALAZZI


CAPPELLA DI PIAZZA - La Cappella di Piazza è il tabernacolo marmoreo che sorge ai piedi della Torre del Mangia in Piazza del Campo a Siena, sporgente rispetto al profilo del Palazzo comunale.

Fu edificata nel 1352 per ringraziare la Vergine Maria dello scampato pericolo della peste nera che aveva colpito la città nel 1348. La sua costruzione si protrasse a lungo: i pilastri d'angolo furnon ricostruti più volte e hanno assunto la loro forma attuale nel 1376 e le sculture inserite nelle nicchie gotiche dei pilastri furono eseguite solo fra il 1378 e il 1382 da Mariano d'Angelo Romanelli e Bartolomeo di Tommé detto Pizzino.

La semplice tettoia che vi appoggiava fu sostituita da Antonio Federighi tra il 1461 e il 1468 con una volta rinascimentale; allo stesso autore si devono anche le decorazioni bizzarre e antichizzanti del coronamento.

Sopra l'altare, tra il 1537 e il 1539, Giovanni Antonio Bazzi detto Il Sodoma affrescò la Madonna con il Figlio e Dio Padre, i cui resti si conservano oggi nel Museo Civico all'interno del Palazzo Pubblico.

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TORRE DEI MANGIA - La Torre del Mangia è così chiamata dal soprannome di "mangiaguadagni" dato al suo primo custode Giovanni di Balduccio (o "di Duccio"), famoso per apprezzare molto i piaceri del cibo e sperperare quindi a tavola i propri guadagni. È alta 102 metri fino al parafulmine.

Fu costruita tra il 1325 e il 1348. Narrano le cronache che nelle fondamenta siano state sepolte alcune monete benauguranti e che sotto ogni spigolo ("canto") siano state inserite pietre con lettere ebraiche e latine perché non vi potesse cascare "tuono né tempesta". Questa usanza era molto comune nel Medioevo. Inoltre, i quattro angoli sono perfettamente orientati in direzione N-S ed E-O.

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La costruzione del corpo centrale fu affidata ai fratelli aretini Francesco e Muccio (o Minuccio) di Rinaldo (1338-40), forse sotto la direzione di Maestro Agostino di Giovanni che risulta pagato come "operaio" nel 1339. I di Rinaldo probabilmente costruirono la parte in cotto e muratura mentre Agostino di Giovanni avrebbe realizzato la parte superiore in travertino bianco, su disegno di Maestro Lippo pittore, probabilmente Lippo Memmi, cognato di Simone Martini.

L'orologio fu costruito nel 1360 da Bartolomeo Guidi. Nel 1428 il quadrante era dipinto e nel 1776 fu rifatto in pietra e ornato di un affresco coperto da una tettoia. Questi ultimi due elementi sono scomparsi con i restauri di inizio Novecento.

"Sunto", il campanone - Dopo svariati tentativi di fusione, la prima campana fu fusa nel 1348 e installata nel 1349 nella cella campanaria. Fu sostituita nel 1634 ma questa risultò imperfetta. Nel 1666 fu installata la campana attuale, chiamata dai senesi sunto (per la dedica a Maria Assunta) o campanone. Pesa 6.760 chili e a causa della sua mole venne stavolta installata sopra la cella campanaria, dove la vediamo oggi. Anche questa, però, non doveva essere fusa in modo perfetto, nonostante fosse stata fusa due volte, nell'anno precedente. Ancora oggi il suo suono non è uniforme e varia a seconda del punto in cui viene percossa dal batacchio. Essendo suonata in modo tradizionale solo nel giorno del Palio, il suo suono particolare viene associato dai senesi all'imminenza della festa. In tutti gli altri giorni dell'anno, le ore vengono battute da un martelletto automatico esterno alla campana stessa.
Fino al 1379 il custode della torre batteva anche le ore, ma in quell'anno venne sostituito da un automa ligneo che, in memoria del primo custode, fu chiamato "Mangia". Questo automa divenne di metallo nel 1425 e poi in pietra. Nel 1780 venne sostituito dal martelletto citato, e il "Mangia" in pietra viene conservato ancora oggi nel Cortile del Podestà (vedi Palazzo Comunale).

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PALAZZO PETRONI - Il Palazzo Petroni è il primo palazzo che si affaccia sulla piazza a sinistra guardando Palazzo Comunale e ad angolo con la via di Salicotto.

Dal 1350 ha ospitato l'archivio notarile, un cassone dove venivano riposte le bolle d'oro, i "Caleffi" e gli atti più importanti. Questa collocazione salvò l'archivio da una rivolta contro il governo dei Nove, scoppiata nel 1355 e aizzata dai nobili e da Carlo IV, durante la quale furono bruciati solo i bossoli e i registri conservati ancora nella basilica di San Domenico, dove anche l'archivio si trovava fino al 1338.
Questo ha permesso di conservare fino ai nostri giorni l'archivio del periodo 1338-1536.

FONTE GAIA - la Fonte Gaia deve il suo nome alla gioia manifestata dai Senesi nel giorno della sua inaugurazione . Realizzata tra il 1409 e il 1419 dallo scultore senese Jacopo Della Quercia (1374 - 1438) , è la fonte più alta di Siena e senza dubbio la più importante, sia per l'indubbio valore artistico sia per la sua posizione, la Piazza del Campo. I pannelli originali scolpiti da Jacopo Della Quercia sono stati tolti nel 1869 per preservarli dall'usura del tempo e sostituiti dalle belle copie di Tito Sarocchi. I marmi originali sono custoditi nel museo senese di S. Maria della Scala.

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PALAZZO SARACINI - Il Palazzo Saracini deriva il nome dalla famiglia omonima: lo stemma dei Saracini può ancora essere visto sopra il portone di ingresso in via di Città (al civico 15).

Il Palazzo, raffigurato nell'affresco del Buon Governo del Lorenzetti, è caratterizzato da una scala quattrocentesca ad archi rampanti.

Dopo numerosi passaggi di proprietà, fu acquistato, ai primi dell'800, dalla famiglia De Metz, originaria di Ortisei, che si trasferì a Siena per aprire un commercio all'ingrosso di mercerie. Bianca De Metz, alla fine del secolo, sposò il figlio del pittore Antonio Ciseri, cui portò in dote il palazzo. Anche oggi, nell'appartamento al piano nobile tuttora appartenente agli eredi di Bianca, si possono ammirare numerosi dipinti di Antonio Ciseri, tra i quali il ritratto multiplo " La Famiglia Bianchini ".

Palazzo comunale

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Il Palazzo Comunale di Siena (detto anche Palazzo Pubblico) è il palazzo costruito dal governo della Repubblica di Siena agli inizi del XIV secolo come sede del Governo dei Nove della città toscana.

Il Palazzo Pubblico di Siena sorge sulla piazza del Campo ed è affiancato dalla snella Torre Del Mangia. Venne costruito tra il 1298-1310. In questa costruzione non è usata la pietra, ma il mattone. Gli elementi bianchi sono in marmo. Sono presenti merli guelfi. I due corpi laterali furono rialzati successivamente. Ha uno sviluppo longitudinale. Ogni finestra è ornata da un’ogiva che la contiene. I fori presenti su tutta la struttura servivano, un tempo, per le travi per realizzare ballatoi all’esterno.

La storia del Palazzo Comunale di Siena è fortemente legata a quella della sistemazione della Piazza del Campo, ove questo si trova. Negli anni successivi al 1193, anno in cui si ha notizia della suddivisione di Piazza del Campo dallo spazio che diventerà piazza del Mercato, dove ora si trova il Palazzo Comunale viene costruito il "Bolgano", zecca della Repubblica di Siena, e la dogana.

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Fino al 1270, con il Governo dei Ventiquattro, il governo della città aveva sede nella curia della Chiesa di San Pellegrino. Il Consiglio della Campana, composto dai nobili e così chiamato perché si adunava al suono della campana maggiore posta allora su una torre della famiglia dei Mignanelli (nell'attuale Banchi di Sopra, al numero civico 15), aveva come luoghi di riunione principali tre specifiche chiese e aveva le proprie sedi nei palazzi dei nobili.

Caduto questo governo degli aristocratici, con il governo dei Nove si comincia a pensare a una sede "neutra" per il governo della città. Nel 1284 si ha notizia di un primo nucleo di quello che sarà il Palazzo Comunale. Alla salita al potere del Governo dei Nove, nel 1287, la costruzione del palazzo ha la spinta definitiva. Mentre il palazzo del Bolgano era rivolto verso l'attuale piazza del Mercato, il nuovo palazzo guarda verso piazza del Campo. Ma le due costruzioni coesistono.

Dopo quasi un ventennio di incertezze, nel 1288 viene presa la decisione di far inglobare nel nuovo palazzo il Bolgano e la dogana. Il corpo centrale, non molto dissimile da quello odierno, sarebbe stato completato tra il 1300 e il 1305. Nel 1310 tutto il palazzo doveva essere stato terminato perché il governo dei Nove vi si trasferisce in quell'anno.

Il Palazzo comunale è ancora oggi la sede dell'amministrazione comunale moderna ed ospita gli uffici del Sindaco, alcuni uffici comunali e le sale di rappresentanza. A primo piano si trova il Museo civico e il teatro comunale dei Rinnovati. Al secondo piano è la sala del Consiglio comunale e la loggia che guarda verso il lato posteriore del palazzo stesso, in direzione sud.

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L'ampia facciata del palazzo riflette i vari periodi di costruzione: fina al primo ordine di trifore fu usata la pietra, poi il laterizio. Le finestre, nel tipico stile senese, hanno tre archetti gotici affiancati appoggiati su colonnine, mentre al centro di ciascuna ghiera tra archetti e l'arco acuto principale di ciascuna finestra) è stato inserito uno stemma di Siena.

Il corpo centrale è rialzato di un piano rispetto alle due ali laterali. Sulla sommità presenta un coronamento merlato di tipo guelfo, cioè senza l'estremità a coda di rondine. Al centro della facciata un grande disco di bianco presenta il monogramma di Cristo. I piccoli fori che puntellano la facciata sono le cosiddette buche pontaie, dove i costruttori medievali incastravano i pali di legno per tirare su le impalcature necessarie al cantiere.

All'interno i le varie stanza erano usate dalle molteplici magistrature che hanno amministrato la città nei secoli. Oggi ospita il Museo Civico e l'amministrazione comunale senese. Nel corpo di sinistra, accanto alla Torre del Mangia, si trova il cosiddetto Cortile del podestà, decorato da antichi stemmi, che fa anche da ingresso al palazzo.

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Il Museo Civico conserva numerosi capolavori dell'arte senese, affreschi, pitture e sculture.

La sala più grande e più famosa è quella del Mappamondo, che conserva due capolavori di Simone Martini: Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi e la Maestà; completano la decorazione della sala affreschi del Vecchietta e del Sodoma.

Adiacente si trova la Sala della Pace, dove Ambrogio Lorenzetti affrescò le celeberrime scene degli Effetti del Buon Governo e del Cattivo Governo (1337-1339): sebbene in parte danneggiati (soprattutto nella parete del 'Cattivo governo), rappresentano uno straordinario esempio di allegoria politica senza precedenti, con un'estesa raffigurazione del paesaggio.

Altre opere importanti del museo sono: il portale marmoreo di Bernardo Rossellino (1448), il coro ligeon di Domenico di Niccolò (1425-1436), i pannelli originali della Fonte Gaia di Jacopo della Quercia, gli affreschi di Spinello Aretino, di Domenico Beccafumi, al sala di epoca risorgimentale, con vividi affreschi e le sculture di Giovanni Duprè, eccetera.

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Duomo di Siena

Il Duomo di Siena è la cattedrale in stile romanico-gotico della città toscana. È una delle chiese più splendide costruite in questo stile.

Nel luogo dove sorge la cattedrale, sarebbe sorto il castrum romano (Siena nacque come colonia capitolina).
Ancora nel medioevo il toponimo era Piano Sancte Mariae e in questo luogo, tra l'attuale costruzione e la piazza che la circonda su due lati, sono stati effettuati degli scavi che hanno suffragato l'ipotesi di uno sviluppo dell'area in periodo longobardo e franco.

Si parla di un accastellamento con quattro torri, di cui una sarebbe diventata la torre campanaria attuale. Questo edificio sarebbe stato fino al 913 la residenza del Vescovo ed avrebbe contenuto una chiesa rivolta verso est, cioè verso l'attuale Battistero. Nel secolo XII questa chiesa fu inglobata nella costruzione romanica che andava diventando la cattedrale, con la facciata rivolta a sud, cioè verso l'attuale "Facciatone", la facciata incompiuta del "duomo nuovo" (vedi sotto).

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È tradizione, suffragata anche da deduzioni storiche, che il Duomo sia stato consacrato il 18 novembre 1179. Ci sono però opinioni contrastanti e notizie storiche che smentiscono questa datazione. Infatti, solo nel XIII secolo (1229) il Duomo sarebbe stato trasformato in basilica, con la facciata rivolta ad ovest, verso l'ospedale di Santa Maria della Scala. I lavori vennero terminati solo alla fine del secolo successivo.

La cupola fu completata nel 1263 e il Rosso padellaio vi appose la "mela". L'attuale sistemazione dell'apice della cupola stessa è del 1667.

L'"Operaio del Duomo" che sovrintendeva all'amministrazione dei lavori era sempre scelto tra i canonici ma, dal 1258 agli inizi del Trecento, fu scelto tra i monaci dell'Abbazia circestense di San Galgano. Questi si erano segnalati come abili amministratori, tanto che lo stesso Comune di Siena gli aveva affidato gli uffici di Gabella e di Biccherna (gli uffici "entrate" e "uscite" della Repubblica di Siena).

Furono i monaci a chiamare Nicola Pisano e suo figlio Giovanni per i lavori. Giovanni lavorò alla facciata in quel periodo, utilizzando nella parte inferiore i rivestimenti marmorei che vediamo ancora oggi. Nicola creò il pulpito, terminato nel 1268.

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La figura (forse derivata da Cimabue) del cristo in croce, con le gambe avvitate, i piedi sovrapposti e trapassati da un unico chiodo e le braccia "ad ipsilon" è diventata un classico dell'iconografia. Sembra anche essere stata copiata da parte degli artisti che realizzarono gli affreschi scoperti di recente nella cripta sottostante il Duomo.

Nel 1313 viene terminato il campanile, alto circa 77 metri . Nel 1316 l'edificio venne ampliato sotto la direzione di Camaino di Crescentino, padre dello scultore Tino di Camaino.

Con Siena al massimo del suo splendore, dovette sembrare che il duomo fosse comunque troppo piccolo per la città. Si pensò quindi di ampliarlo in modo tale che l'attuale navata centrale diventasse solo il transetto e la facciata tornasse ad essere orientata a sud, in posizione molto più avanzata rispetto all'antico edificio. Il progetto fu affidato a Lando di Pietro (o "Lando di Piero") dopo la delibera del Consiglio Generale della Campana del 23 agosto 1339. I lavori passarono in seguito sotto la supervisione dello scultore ed architetto Giovanni di Agostino.

A causa della peste del 1348 e di alcuni crolli strutturali, nel giugno del 1357 si decise di interrompere i lavori, lasciando nell'attuale piazza Iacopo della Quercia i segni del fallimento: basamenti per le colonne e incastonamenti di queste nell'edificio dell'attuale Museo dell'Opera Metropolitana del Duomo, oltre alla facciata incompiuta (il "facciatone") dal quale possiamo oggi godere di un panorama sulla città di incomparabile fascino.

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Dopo qualche anno, si affidano di nuovo i lavori al capomastro Domenico di Agostino, fratello di Giovannni, morto nel 1366. Nel 1376, la costruzione della parte superiore della facciata viene affidata a Giovanni di Cecco (detto "Giovannino della Pietra"). Nel 1382 vengono alzate le volte della navata centrale e quest'anno può essere considerato quello di completamento del Duomo.

L'interno, di grandiose proporzioni, è a croce latina, con tre vaste navate. Il pavimento è a commessi marmorei, opera unica nella storia dell'arte. La navata centrale è sormontata da un davanzale sovrastante i busti dei papi (incluso quello della Papessa Giovanna).

Il transetto, a doppia navata, ha crociera esagonale ed è coperto dalla cupola a base dodecagonale, ornata da sei grandi statue dorate di santi. Il tutto è sovrastato da una galleria cieca a colonnette ornata di figure di patriarchi e profeti a chiaroscuro.

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Il pulpito del Duomo di Siena fu realizzato da Nicola Pisano e dalla sua bottega tra il 1265 e il 1269. È stato per lungo tempo attribuito a Giovanni Pisano, ma recenti scoperte documentarie ne hanno comprovato la realizzazione ad opera della bottega di Nicola.

Se la struttura venne ripresa dal precedente pulpito del Battistero di Pisa (sette colonne delle quali tre con leoni stilofori, archetti trilobari con pennacchi scolpiti e statue a tutto tondo al di sopra dei capitelli), molte furono le novità sia architettoniche che nelle sculture. Innanzitutto venne abolita la struttura a pannelli scolpiti a favore di uno schema più continuo e animato, intervallato solo da sculture di figure più grandi collocate agli angoli, anziché dalle cornici e dalle colonnine.

La base è ottagonale invece di esagonale, per questo venne aggiunta la Strage degli Innocenti , mentre il Giudizio Universale venne dilatato su due pannelli, con al centro il Cristo giudice.

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  • Le scene quindi sono:

    - Natività (dalle linee molto morbide)

    - Adorazione dei Magi

    - Presentazione al tempio

    - Crocefissione (molto drammatica - intervento di Arnolfo di Cambio

    - Strage degli Innocenti (attribuita al figlio Giovanni Pisano)

    - Giudizio Universale, raccolto su due lati (attribuita al figlio Giovanni Pisano)


La strutture dei rilievi è molto diversa, con scene molto affollate nelle quali i piccoli personaggi sono disposti ben quattro o cinque piani sovrapposti, secondo un ritmo molto concitato, sottolineato anche da gesti più animati ed espressioni più corrucciate.

Molte fonti parlano di un'opera "goticheggiante" invece del battistero di Pisa "classicheggiante", anche se è forse più corretto parlare di una diversa ispirazione ispirazione classica: per Nicola, gotico e classico non sono due estremi in antitesi, probabilmente anzi i nuovi schemi compositivi sono frutto di uno studio su rappresentazioni di battaglia su sarcofagi del III secolo; a Siena inoltre il retaggio classico è meno forte di Pisa ed è possibile che i committenti avessero optato per una rappresentazione più patetica e sovraccarica.

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Il Battistero
Il Battistero di San Giovanni si trova nell'omonima piazza della città toscana di Siena. Costruito tra il 1316 e il 1325, ha la facciata gotica incompiuta nella parte superiore in comune con l'abside del Duomo.

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Al centro della sala rettangolare divisa da 2 colonne in 3 navate contiene un'esagonale fonte battesimale del 1417 sormontato da una statua del Battista di Jacopo della Quercia che ha realizzato anche alcune delle altre figure. Tale fonte è però anche impreziosito da opere di altri artisti ( Donatello, Giovanni di Turino, Lorenzo Ghiberti, Goro di Neroccio ) ed è mirabile come ciò non intacchi l'armonia stilistica dell'assieme.

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Gli affreschi sono del Vecchietta e della sua scuola, di Michele di Matteo da Bologna, di Benvenuto di Giovanni, della scuola di Jacopo della Quercia e forse uno di Piero Orioli.

Il Palio

Il 2 luglio e il 16 agosto a Siena, in Piazza del Campo, si svolge il tradizionale Palio, una corsa di cavalli tra le diverse contrade che monopolizza l'attenzione della città per diversi giorni; questo è dato dal fatto che il palio non è esclusivamente una manifestazione storica o la rivisitazione di un'antica giostra medievale, ma è l'espressione dell'antichissima e radicata tradizione senese. Il palio è ben lungi dall'essere una manifestazione che si possa gabellare in "pochi giorni", ma è il frutto di un'accurata e maniacale organizzazione da parte delle contrade cittadine, che conducono un'intensa vita sociale ed associativa durante tutto l'arco dell'anno.

ll Palio richiama anche molti turisti ed è seguito in diretta da molte televisioni.

Collegata al Palio è una viva polemica da parte delle associazioni di animalisti che ritengono la corsa estremamente rischiosa per la vita dei cavalli. Anche a causa di queste pressioni dell'opinione pubblica, negli ultimi anni il Comune ha moltiplicato gli sforzi per garantire un livello di sicurezza e di supporto veterinario del più alto livello.


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Questa polemica è in parte dovuta alle sempre più insistenti attenzioni che i media dedicano alla Festa di Siena; gli incidenti che eventualmente si verificano infatti vengono forse messi di più sotto i riflettori, a differenza di quelli che avvengono negli ippodromi.

A Siena comunque il cavallo è tenuto in grande cura, soprattutto durante le 96 ore del Palio, visto che questi è l'unico in grado di portare il "cencio" (il riconoscimento della vittoria) nel rione: è il cavallo che rappresenta la contrada tramite la spennacchiera (la coccarda con i colori della contrada posta sulla fronte dell'animale) e non il fantino. È il cavallo che vince il Palio anche "scosso" (cioè senza il proprio cavaliere). A Radicondoli esiste anche un pensionato per tutti i cavalli da Palio che non possono più correre per infortuni o per anzianità. Un'ultima nota per far comprendere la venerazione dei senesi per questo animale: non si dimentica il nome di un solo cavallo che abbia partecipato alla corsa e ai più vittoriosi si dedicano tombe dove i contradaioli possono rendere gli onori a questi corridori scomparsi (ad esempio la tomba di Brandano, un mitico cavallo del recente passato di Siena).





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