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 Storia degli Indiani d'America

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MessaggioTitolo: Storia degli Indiani d'America   Storia degli Indiani d'America EmptySab Ott 13, 2012 3:07 am


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STORIA DEGLI INDIANI D'AMERICA...I VERI AMERICANI
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Insieme delle popolazioni indigene abitanti il territorio americano prima della colonizzazione europea. Il nome (indios in spagnolo) fu dato dagli europei nel XV secolo a causa di un errore: essi infatti ritenevano di essere giunti nelle Indie.


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ORIGINI INCERTE. L'origine della popolazione americana non è nota e al riguardo vi sono diverse teorie: quella che sostiene la formazione autoctona, oggi praticamente rifiutata; quella che accetta l'ipotesi di una migrazione via mare dalla Polinesia verso le coste pacifiche dell'America del sud; e quella che postula il passaggio di popolazioni siberiane alle terre americane attraverso lo stretto di Bering, a nord. La tesi maggiormente accettata è che attraverso lo stretto di Bering passarono successive migrazioni a partire da 40.000 anni fa, mentre altri gruppi giunsero in tempi più recenti (9/10.000 anni fa) dalla Polinesia. Tuttavia se verranno confermati i ritrovamenti recenti di presenze umane in Piauí (Brasile) risalenti a 47.000 anni fa, bisognerà anticipare la datazione del passaggio da Bering. Il vasto continente americano, con i suoi 42 milioni di km circa, posto fra i due poli e due oceani, presenta un'immensa varietà orografica, climatica e biologica. Il popolamento umano sarebbe avvenuto per successive ondate che lentamente si mossero lungo questa massa terrestre occupando anche le isole prossime negli oceani. Sarebbe questa la ragione della grande diversità di tipi fisici e di livello di conoscenze tecnologiche e culturali. Si calcola che quando giunse Colombo (1492) si parlavano 2000 idiomi (1450 in America del sud, 350 in Mesoamerica e 200 in America del nord). Le distanze e i rilievi tendevano a separare i nuclei umani, imponendo un adattamento differenziato per sopravvivere, mentre la mancanza di animali da trazione potenti come il cavallo e la non conoscenza della ruota resero più difficile il superamento degli ostacoli spaziali. Difficoltà e dubbi permeano anche i tentativi di classificare il livello di strutturazione sociale raggiunto al momento dell'arrivo europeo. A titolo indicativo si possono enucleare alcuni grandi gruppi: cacciatori-raccoglitori organizzati in un'economia di appropriazione, con attrezzature molto rozze, erano confinati nelle zone più inospitali ed estreme del continente, come il sud della Patagonia; cacciatori superiori delle praterie e delle steppe, specializzati nella caccia di animali di maggiori dimensioni con mezzi tecnici avanzati (arco, freccia ecc.) si trovavano nelle pampas del sud o nelle praterie nordamericane; cacciatori-piantatori, che praticavano un'agricoltura rudimentale, vivevano principalmente nell'altopiano brasiliano; nelle regioni tropicali e subtropicali (Amazzonia, zona meridionale degli attuali Usa) vi erano popolazioni di piantatori con un discreto grado di conoscenze tecniche (orti, coltelli di pietra, archi e frecce, ceramica, tessitura). Infine popolazioni con un elevato livello culturale, avanzata struttura statuale, conoscenza dell'architettura, metallurgia ecc. occupavano una vasta regione che dal nord dell'attuale Argentina e Cile si estendeva fino a tutto il Messico centrale. Poco si conosce della vita religiosa delle comunità che precedettero le grandi organizzazioni statali. Nelle società più tarde si manifestava una tendenza all'enoteismo, venerazione di un dio superiore in un pantheon di divinità animiste. Grande importanza aveva il culto dei morti: lo sciamano era intermediario fra uomo e aldilà. Non vi erano templi, né immagini degli dei. Oggetti sacri erano raffigurazioni in legno (totem), maschere, strumenti musicali. Fra 2000 e 1000 a.C. sorsero i grandi centri cerimoniali (Tiahuanaco nell'attuale Bolivia, Chavin di Huantar in Perù, Teotihuacan in Messico), nodi di irradiazione religiosa. I conquistatori europei usarono ogni mezzo per estirpare le religioni indie, ma in anni recenti in varie località ripresero gli antichi culti e lo sciamanismo. Altra questione molto discussa è quella relativa alla consistenza demografica degli indios al momento della conquista. I primi cronisti presentarono dati consistenti simili a quelli europei dell'epoca. In seguito questi numeri vennero ridimensionati per essere nuovamente accresciuti dagli storici degli anni ottanta del XX secolo. A titolo indicativo citiamo alcuni studiosi contemporanei: il demografo A. Rosenblat nel 1954 proponeva una cifra di 16 milioni di abitanti per l'intero continente nel XV secolo. I demografi di Berkley (Usa) W. Borah e F.S. Cook parlano di 90/100 milioni, cifra condivisa anche dallo storico francese P. Chaunu. Tutti concordano nel ritenere che le zone più popolose erano le Ande centrali e la valle del Messico. Si calcola che al tempo dell'invasione europea fossero presenti, nella sola America settentrionale, un milione di individui appartenenti a 240 diversi gruppi etnici, all'interno dei quali esistevano 60 famiglie linguistiche per un totale di più di 500 lingue diverse, poi raggruppate dal linguista statunitense Edward Sapir in sei gruppi.


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NOVE AREE D'INSEDIAMENTO. Le aree d'insediamento nel subcontinente settentrionale sono le nove seguenti: subartica (dall'Alaska al Labrador), che ospitava tribù di ceppo algonchino a est e atabasco a ovest, essenzialmente composte di pescatori e cacciatori, a struttura sociale molto semplificata, incentrata sul villaggio; costa nordoccidentale, costituita essenzialmente da villaggi di pescatori che avevano raggiunto un certo grado di sviluppo nella lavorazione del legno e delle fibre naturali e a struttura sociale piuttosto complessa, sebbene ancora incentrata sul villaggio; California, caratterizzata da un complicato intreccio di lingue e gruppi tribali, con un'economia basata prettamente sulla pesca e, solo lungo il Colorado, sull'agricoltura; Plateau, ovvero pianura del nord, caratterizzata da vaste praterie, foreste e ampi fiumi, che fornivano con la pesca la base essenziale dell'economia dei villaggi, la cui struttura politico-sociale era assai sofisticata, con istituzioni quali un governo rappresentativo, capi villaggio, confederazioni; Grande bacino, corrispondente agli attuali Nevada e Utah, con insediamenti nomadi di shoshoni; Sudovest, corrispondente agli attuali Arizona e New Mexico, e parte dello Utah, Colorado, Texas e Messico, dove si trovavano popolazioni dedite all'agricoltura e alla lavorazione di metalli e dell'' adobe (tra queste tribù si annoverano gli hopi, i pueblo e gli zuni e, successivamente, i navajo e gli apache); Pianure, ovvero Grande pianura, in cui l'insediamento iniziò solo dopo il 1600, quando gli spagnoli introdussero l'uso del cavallo, modificando profondamente le abitudini di molte tribù (cheyenne, arapaho, dakota), tra le quali si diffusero la caccia al bisonte e la vita nomade negli accampamenti di teepee (l'immagine stereotipata degli indiani d'America diffusa nella cultura popolare dalla cinematografia western è basata sulle caratteristiche di quest'ultimo gruppo); Foreste orientali, caratterizzate da insediamenti di villaggi di popolazioni semidesertiche (soprattutto algonchini e irochesi) dedite alla coltivazione del mais, all'allevamento e alla lavorazione del legno; sudest, abitato soprattutto da indiani muskogi, creek e choctaw, riuniti in "città" autonome, che costituivano il nucleo politico e religioso, e "villaggi" decentrati, con una sofisticata organizzazione politica cui si contrapponeva un'economia agricola abbastanza poco sviluppata.


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IL GENOCIDIO. Dalle invasioni europee (XVI secolo), la storia degli indiani d'America divenne la storia della loro progressiva distruzione culturale e fisica. La violenza delle armi, la devastazione del sistema produttivo, l'introduzione della servitù e della schiavitù, la diffusione di nuove malattie, tutto concorse a che nella seconda metà del XVI secolo gli aborigeni dei Caraibi fossero praticamente scomparsi e che nelle zone più popolose del continente vi fosse una riduzione della popolazione da 20 a 1. Questa immensa perdita di vite fu accompagnata dalla distruzione culturale: si proibirono le religioni native, si distrussero monumenti e città, si annientò la storia passata. A partire dal 1650 nelle regioni andine e mesoamericane si profilò un lento recupero demografico. L'impegno iniziale, da parte dei colonizzatori britannici al nord, di proteggere le terre indiane (risale al 1763 la dichiarazione di re Giorgio III di Gran Bretagna, secondo cui tutte le terre a ovest delle fonti dei fiumi che, da ovest e nordovest, si gettano in mare erano riservate agli indiani) venne meno non appena le massicce immigrazioni dall'Europa resero necessari territori sempre più vasti per gli insediamenti dei bianchi. Tra i contraddittori tentativi fatti dal governo statunitense per tutelare parzialmente gli indiani, rientrò la creazione del Bureau of Indian Affairs, del 1789. A partire dal 1830, con l'' Indian Removal Act iniziò la campagna di sistematica riduzione di spazio destinato alle culture native, accelerata dalla scoperta dell'oro in California. Tutto questo, negli anni che vanno dal 1850 al 1880, scatenò alcune tra le più sanguinose guerre indiane, conclusesi nel 1890 con il massacro di Wounded Knee, che segnò la capitolazione definitiva degli indiani..



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L'atteggiamento governativo nei confronti degli indigeni, cambiato più volte nel corso della storia statunitense, andò dalla politica di garantismo, mai concretamente realizzata, a una politica di intervento pesante degli apparati federali nella gestione dei territori indiani. Con il General Allottment Act (1871) venne privatizzato lo spazio riservato alle tribù, compiendo così una doppia operazione di sradicamento culturale e sottrazione territoriale (gli indiani persero il 62 per cento delle terre). Nel 1934, l'Indian Reorganization Act si proponeva di fare parzialmente ammenda alle precedenti ingiustizie, ma il periodo più significativo in questo senso fu quello degli anni 1950-1970, durante il quale il dipartimento federale degli Interni promosse una politica di decentramento e autogoverno nelle riserve (1954), attuata con il sostegno di enti governativi autonomi quali l'' Indian Service. Nel 1950 la popolazione indigena totale degli Stati uniti era calcolata in 455.500 unità, rimasta poi sostanzialmente stabile. Negli anni ottanta si calcolava che in territorio americano, senza contare la vasta umanità meticcia, vi fossero 40 milioni di indios con i poli più consistenti in Bolivia, Perù, Ecuador, Guatemala e Messico. Fenomeno recente e in crescita è l'organizzazione indigena, che rivendica il diritto a lingua, religione, costumi e territorio propri.


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USI E COSTUMI

Il copricapo piumato è l'immagine che simboleggia questa terra.
L'indiano d'America è l'uomo che nel tempo, è stato modellato dalla stessa mano che ha creato le montagne, le foreste,le praterie e i fiumi. Questa terra è sua,che si tratti della regione delle foreste,delle praterie,dei pueblos o delle mesas. Un tempo quest'uomo cresceva e viveva liberamente, come i cavalli nelle praterie o come il bufalo. Quest'uomo si accostava alla sua esistenza in modo che portò ad un intenso e totale amore per la natura, ad un rispetto per la vita,ad una profonda fede nel Potere Supremo e in principi quali l'onestà,la verità,la generosità,la fratellanza e la giustizia.


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Il fuoco da campo era il centro della vita sociale. Veniva acceso in mezzo allo spiazzo riservato alla danza,e intorno ad esso si radunavano le tribù vestite a festa. I vecchi parlavano del tempo passato e i guerrieri narravano le loro avventure mentre i bambini ascoltavano in religioso silenzio.
Le donne, di solito, sedevano anche loro nello spiazzo, ma dal lato opposto a quello occupato dagli uomini.


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La tribù era il legame più importante per gli indiani. Era guidata da un capo al quale era affidato il compito di organizzare la vita nel villaggio. Della tribù facevano parte indiani appartenenti ad un unico ceppo familiare, che occupavano un territorio, cioè il luogo dove essi vivevano per determinati periodi. Nessuno di loro si considerava padrone del territorio, perchè per loro la terra andava rispettata in quanto era fonte di ricchezza e di vita per la tribù e perchè in essa era diffusa la potenza del Grande Spirito. Quando la terra non era fertile o la selvaggina scarseggiava, la tribù cercava un altro territorio dove insediare il villaggio. All'interno della tribù tutti dovevano svolgere un compito: gli uomini si ocuupavano della caccia,le donne delle faccende domestiche, i bambini accudivano i cavalli e gli anziani raccontavano ai bambini le storie dei loro antenati.


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L'uomo della medicina, anche detto stregone,era l'uomo più rispettato della tribù, perche a lui era riservato il compito di attirare la benevolenza degli spiriti e curare i malati.
Doveva interpretare anche i sogni che ogni persona della tribù faceva; tali sogni venivano catturati dagli acchiappasogni, che imprigionavano quelli degli spiriti maligni e lasciavono liberi quelli degli spiriti benigni.
La ruota della medicina rappresenta il cerchio della vita e il suo evolversi.
La croce posta al suo interno, raffigura i quattro venti,le quattro stagioni della natura e della vita dell'uomo e le quattro direzioni.


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Il totem o "palo delle insegne", rappresenta le insegne della tribù,della famiglia o del capo della tribù.Le ali laterali, stanno a significare che siamo angeli rivestiti da un corpo.Sul totem sono sempre incisi degli animali che servono ad attirare le qualità positive degli animali rappresentati:

aquila: la forza divina,perchè è l'animale che vola più in alto ed è quindi vicino al grande spirito. significato = vinci le tue paure.

falco: è il messaggero,colui che ci avverte. significato = valuta la situazione da più punti.

farfalla: rappresenta la trasformazione dell'anima,invita a cambiare le cose. significato = mettere in ordine,rinnovarsi.

cavallo: rappresenta il potere ultraterreno,libertà. significato = ricordo del passato(vite passate),saggezza,amore.

formica: esempio di animale fortemente dedito alla causa comune. significato = fiducia profonda.

alce: rappresenta il rispetto per se stessi,la forza e l'orgoglio. significato = farsi coraggio e valutare i risultati.

bisonte: è l'abbondanza;le invocazioni e le preghiere sono state ascoltate significato = tutto si può avere con l'aiuto del Grande Spirito.

lupo: rappresenta l'equilibrio fra le necessità personali e quelle della famiglia. Lealtà verso il gruppo. significato = caccia e sintonia con il gruppo.


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messaggi e scrittura: i guerrieri delle praterie, comunicavano con il fumo e potevano trasmettere un messaggio a tante miglia di distanza sfidando la velocità con la quale i bianchi trasmettevano le notizie attraverso i "fili parlanti".
Un altro tipo di segnalazione consisteva nell'uso dello specchio,spesso utilizzata nei combattimenti.Indiani di diverse tribù, fra di loro dialogavano a segni.
Chi era abile nell'esprimersi a segni, comunicava anche storie complicate e concetti più complicati.
Il linguaggio a gesti non era altro che una scrittura ideografica tradotta in gesti.
Gli indiani non avevano alfabeto,perciò scrivevano per mezzo di ideogrammi, che a volte erano incisi sul rame, ma anche su corteccia e pelli di animali.


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la caccia: vivendo in perfetta sintonia con la natura,l'indiano conosceva il verso degli uccelli e degli animali e li imitava alla perfezione. La caccia non era intesa come un divertimento, ma come necessità di vita, perchè con essa gli indiani si procuravano il cibo e l'abbigliamento per le loro famiglie. "Quando moltitudini di bufali correvano per le praterie, l'indiano non ne uccideva più di quanti gli bastavano per nutrirsi, utilizzandone anche il pelo e le ossa." Capo Orso Resistente.
Da ciò si capisce perchè, a causa dei continui spostamenti delle mandrie di bisonti, l'indiani delle praterie fossero popolazioni nomadi. Soggetti a continui spostamenti, avevano bisogno di montare e smontare continuamente la loro abitazione.
Questa abitazione era il tepee: il cui nome deriva da due parole:

TE = abitare - PEE = usata per


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Il tepee era fatto di pelli di bisonte conciate e aveva una forma conica verso l'alto. Le pelli erano sistemate su pali e tagliate per creare l'ingresso ma anche per fare uscire il fumo del fuoco che veniva usato all'interno. Queste aperture potevano essere rapidamente chiuse in caso di maltempo. Nel tepee vivevano tutti i membri della stessa famiglia. Lo spazio davanti alla porta doveva rimanere sempre libero. Gli ospiti erano sempre ben accetti, anche perchè onoravano i padroni di casa.


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La pipa sacra veniva usata durante le cerimonie perchè era considerato un oggetto sacro. Quando il Consiglio della tribù si riuniva o si riceveva un ospite, il calumet veniva passato fra i presenti che aspiravano una boccata, in segno di pace. Il calumet aveva una lunga cannuccia, dalla quale pendevano quattro nastri, ognuno di un colore diverso e ognuno
rappresentante un punto cardinale:

Nero - Ovest : da dove arriva la pioggia.
Rosso - Nord : da dove arriva il vento che purifica.
Bianco - Est : da dove sorge il sole.
Giallo - Sud : da dove arriva la stagione della fioritura(estate), cioè la forza che fa crescere.


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Il bocchino era ricoperto di pelle di bisonte e dalla cannuccia pendeva una penna d'aquila, che stava a rappresentare il desiderio di far volare in alto i propri pensieri.


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La pittura del corpo fu utilizzata dagli indiani, per difendersi dal freddo,dal vento, dalle scottature e dalle punture di insetti. Usavano di solito, colori forti ottenuti dalla miscela fra grasso animale e alcune sostanze coloranti:

Rosso scuro : speciale argilla con ossido di ferro
Verde : decotto di varie piante
Nero : carbone ottenuto con legna, o ossa di animali e fiele di bisonte
Bianco : gesso


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Il guerriero indiano era un abile combattente e fisicamente preparato. Il giovane guerriero, doveva affrontare le fatiche senza lamentarsi. Doveva essere atleta e pronto a privarsi di qualunque cosa. Doveva essere in grado di marciare senza cibo e acqua per due o tre giorni, o di correre per un giorno e una notte senza mai fermarsi. Doveva essere in grado di attraversare un territorio privo si sentieri, senza perdere la strada nè di giorno nè di notte.
Gli indiani usavano diverse armi nei combattimenti; armi che hanno subito alcuni variazioni dopo l'arrivo dei bianchi. Il tomahawk era una piccola scure che i guerrieri portavano appesa alla cintura, tenendola sempre pronta per la battaglia. Questa arma era il simbolo della guerra e ogni tribù ne possedeva una sacra, che veniva sotterata nei periodi di pace e dissotterrata quando la tribù entrava in guerra. La lancia era un'altra arma molto diffusa, e non era altro che un'asta di legno alla cui estremità c'era una punta di pietra scheggiata,oppure dopo l'arrivo dell'uomo bianco, di ferro. All'attaccatura della punta si legavano gli scalpi dei nemici uccisi. Anche l'arco e le frecce erano molto usati, anche se non procuravano molto onore perchè permettevano di uccidere il nemico da lontano. Tuttavia si resero necessari per combattere l'uomo bianco che poteva disporre del fucile. Esistevano due tipi di frecce: un tipo da caccia e un tipo da guerra. Le prime potevano essere recuperate e riutilizzate, mentre le seconde avevano la punta fornita da tanti piccoli uncini e fissata in modo che si staccasse facilmente,così quando il nemico cercava di estrarre la freccia, la punta rimaneva dentro la ferita ampliando il taglio oppure creando infezioni. Lo scudo veniva costruito prendendo la pelle del collo del bisonte e avvicinandola al fuoco, che scaldandola la rendeva ancora più dura.


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La guerra non era vista dagli indiani come un mezzo tramite il quale si potesse conquistare un territorio, perchè la terra era di tutti e non poteva essere nè comprata nè conquistata. Era soprattutto un modo per dimostrare il proprio coraggio e di sfidare la morte. Non si affrontavano mai per dichiarare la guerra, ma bastava che un indiano compisse un'incursione in un altro accampamento, per scatenare la risposta della tribù offesa. Gli scontri seguivano, di solito, un codice d'onore; venivano uccisi gli uomini, ma le donne e i bambini venivano salvaguardati e i tepee non venivano mai distrutti. I metodi di combattimento consistevano nel seguire le piste, riconoscere il nemico dalle tracce che lasciava, da quanto tempo fosse passato e dove poteva essere incontrato.


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Era molto più qualificante affrontare tutto ciò che uccidere il nemico, al punto che era considerato più valoroso colui che arrivava al centro di un villaggio per rubare il cavallo di un famoso guerriero. La tattica preferita era la sorpresa, perchè con essa si poteva compensare anche l'inferiorità numerica. I guerrieri che dovevano attaccare, si preparavano danzando e pregando e, di solito prima dell'alba,attaccavano cogliendo così il nemico di sorpresa. Al termine dello scontro, gli indiani raccoglievano i corpi dei compagni per renderli onore e celebrare il funerale. Portare a casa lo scalpo del nemico, era considerata una notevole proca di coraggio. Lo scalpo, consisteva in un incisione intorno alla testa del nemico, poi con un colpo secco si strappava il cuoio capelluto. Il guerriero che toglieva lo scalpo ad un nemico ancora vivo, acquisiva un grande onore, mentre lo "scalpato" se rimaneva vivo, veniva deriso. Ma lo scalpo oltre a simboleggiare la vittoria, rappresentava la vita; gli indiani credevano infatti che lo spirito umano si trovasse nei capelli e colui che toglieva lo scalpo s'impossessasse dello spirito del nemico. Anche per questo era considerato un gesto di grande valore aiutare un compagno ferito.Prima di inziare i combattimenti, il Capo spalmava sul viso dei suoi uomini un pugno di terra,invocando il Grande Spirito, mentre ogni guerriero disegnava particolari che considerava portafortuna con un pezzo di carbone.Questi disegni dovevano attirare i favori degli spiriti e rendere più cattiva l'immagine del guerriero. Se durante il combattimento, si catturavano dei prigionieri,questi ultimi venivano portati al villaggio. Una volta arrivati, la loro sorte era decisa dal Gran Consiglio. Spesso, se si trattava di donne e bambini, venivano adottati dalla tribù e diventavano come loro.

OGGETTI

Acchiappasogni

Oggetto che collocato sopra il letto del proprietario ha lo scopo di scacciare i brutti i sogni e favorire l'avverarsi di quelli belli. Tutti i sogni infatti passano attraverso il dream-catcher e la ragnatela all'interno del cerchio fermerà quelli cattivi, mentre le piume d'uccello e le perline permetteranno l'avverarsi di quelli positivi.(Più avanti vi riporterò qui di seguito la leggenda).


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Albero Sacro

Utilizzato nei rituali sciamanici era un punto di riferimento molto importante, infatti costituiva il collegamento tra i cielo e la terra ed era posto al centro del cerchio magico. Gli alberi sono da sempre molto importanti per gli indiani d'America in quanto per questi popoli essi emanano una certa energia dato che rappresentano una continuità cosmica ininterrotta poichè le radici sono collegate all'universo sotterraneo, il tronco alla superficie terrestre e i rami al cielo. Nella danza del sole il rituale si svolge proprio attorno all'albero sacro. Per gli indiani d'America l'albero aveva quattro significati principali: protezione (dai raggi del sole, fornisce il legno per scaldare ecc.), nutrimento (coi suoi frutti), crescita e interezza (data la già detta continuità cosmica).

Awonawilona

L'ermafrodita divino, dal quale secondo gli zuni sarebbero state create tutte le altre divinità (il cielo, la terra ecc.)

Decorazioni e Penne

Non utilizzando la scrittura gli Indiani d'America si avvalsero di complessi simboli per rappresentare i concetti che volevano esprimere come le pitture rupestri dette petroglifi che avevano lo scopo di "trascrivere" le visioni dello sciamano. Uno degli usi che colpì maggiormente gli europei quando videro per la prima volta gli indigeni d'America fu sicuramente la pittura corporale che li fece apparire agli occhi degli "occidentali" dei selvaggi. In reltà le figure o i segni tracciati sul corpo avevano dei significati specifici, potevano voler dire l'appartenenza ad una tribù, lo status dell'individuo oppure il suo coraggio. Altro linguaggio era quello delle penne che oltre ad essere un elemento ornamentale servivano a comunicare "notizie sull'individuo che le portava a seconda del loro colore o di come fossero tagliate-

Maschere

Le maschere presso gli indiani d'America erano molto importanti ed erano utilizzate dagli sciamani nei loro rituali in quanto si riteneva che chi la indossasse avesse la possibilità di trasformarsi in ciò che in essa era raffigurato.

Ruota di Medicina

La ruota di medicina è per gli indigeni nordamericani il simbolo dell'universo. Essa si presenta come un cerchio disegnato sulla terra. Il cerchio simboleggia l'armonia dell'universo mentre la ruota con il suo muoversi accompagna lo svolgersi degli avvenimenti conosciuti e non.

Sacca di Medicina Potente

Amuleto diffuso tra gli indiani d'America, costruito con la pelle dell'animale avuto in visione e portato sempre con se. Non si sa bene cosa contenesse, probabilmente erbe o pietre "magiche" e in molti casi non veniva mai aperta. Gli indigeni nordamerica confidvano molto nel suo potere e serbavano per questa borsa un'acuta venerazione facendo preghiere e compiendo riti in suo onore. Nessun'uomo avrebbe mai venduto questa borsa in quanto su di lui sarebbero cadute mille disgrazie mentre l'averla persa in battaglia avrebbe portato l'individuo ad essere considerato all'interno della tribù alla stregua di un ragazzino e per riacquistare il suo onore egli doveva o riprendersi la sua "medicine-bag" o prenderla ad un "nemico" del quale in questo modo avrebbe acquistato l'energia.

Scalpo

Per scalpo si intende una piccola parte del cuoio cappelluto che veniva strappata al nemico con un'operazione che non era mortale. La pratica dello scotennamento era molto diffusa tra gli Indiani d'America in quanto si riteneva che lo scalpo contenesse l'anima e la forza del possessore che poteva venire trasmessa al guerriero che era riuscito ad impossessarsene.

Scudo

Questa arma di difesa veniva tenuta in grande considerazione dagli indigeni nordamericani che stabilivano con essa un contatto sacro dipingendoci la loro visione. Era ottenuto dalla pelle di bisonte

Tamburo

Il tamburo era lo strumento musicale per eccellenza e veniva utilizzato nelle cerimonie per facilitare il collegameto con il Divino. Esso veniva prodotto con il materiale indicato dagli Spiriti e veniva sopra la sua pelle venivano disegnati dei simboli che rappresentavano i vari viaggi che doveva compiere lo sciamano. Il tamburo consentiva attraverso il suo suono ripetuto di entrare in uno stato di trance allontanando gli spiriti malvagi


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