Leonardo Amministratore ®
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| Titolo: Ikebana - Arte, filosofia della cultura orientale Sab Ott 06, 2012 10:27 pm | |
| Ikebana Those who deeply love, and appreciate flowers, their grace, their beauty, have hearts which truly must be equally as beautiful"
Mokichi Okada
"Coloro i quali amano ed apprezzano profondamente i fiori, la loro grazia, la loro bellezza, hanno cuori che devono essere certamente allo stesso modo così meravigliosi"
La traduzione letterale della parola Ikebana è "fiori tenuti in vita", ma l'arte dei fiori può essere anche indicata come Kado, cioè "via dei fiori", intendendo cammino di elevazione spirituale secondo i principi dello Zen. In contrasto con la forma puramente decorativa delle composizioni floreali occidentali, l'arte dell'Ikebana mira a creare un'armonia tra composizione lineare, ritmo e colore. Mentre il gusto occidentale tende a dare importanza alla quantità, ai colori dei fiori puntando l'attenzione maggiore sulla loro bellezza, i giapponesi privilegiano gli aspetti lineari della composizione ed hanno raggiunto un tale grado di perfezione in quest'arte che il vaso, gli steli, le foglie ed i rami acquisiscono un valore complementare a quello dei fiori. L'intera composizione floreale giapponese è basata su tre principali linee che simboleggiano il cielo, la terra e l'uomo. Le origini dell'Ikebana si fanno risalire al VI sec. In queste composizioni primitive sia i rami che i fiori venivano orientati verso il cielo in segno di fede. Nel XV sec. venne creato uno stile più sofisticato, rikka (lett. 'fiori ritti'). Questo stile cerca di ricreare la grandiosità della natura, stabilisce che i fiori debbano essere composti in modo da rappresentare il monte Sumeru (montagna mitica della cosmologia buddista e simbolo dell'universo). Dunque uno stile tutto legato al simbolismo. Ad es. i rami del pino rappresentano le rocce e le pietre, ed i crisantemi bianchi un fiume ed un ruscello. Questo stile, che ebbe il suo periodo migliore nel XVII sec. è oggi considerato da molti una forma antiquata di arte floreale e viene raramente praticato. L'Ikebana ha subito i suoi mutamenti più profondi nel XV sec., sotto il dominio dello Shogun Muromachi, Yoshimasa Ashikaga (1436-1490). Lo Shogun era un'amante della semplicità e le case che fece costruire contenevano il tokonoma, o alcova, dove la gente poteva collocare oggetto d'arte e composizioni floreali. Fu in questo periodo che le regole dell'Ikebana furono semplificate per permettere a tutte le classi sociali di dedicarsi a quest'arte. Una tappa significativa nell'evoluzione di quest'arte ebbe luogo alla fine del XVI sec., quando si affermò uno stile più austero e semplice noto come negeire (lett.'gettar dentro o lanciar dentro') che divenne parte integrante della cerimonia del tè. Secondo questo stile i fiori devono essere disposti nel vaso nel modo più naturale possibile, quali che siano i materiali adoperati. Dopo la Restaurazione Meiji, che introdusse in Giappone un periodo di modernizzazione e di occidentalizzazione, si sviluppò un nuovo stile chiamato moribana ('fiori ammassati'). Stile nato in parte come risposta all'occidentalizzazione della vita giapponese. Lo stile moribana, che ha inaugurata una nuova libertà nell'arte della composizione floreale, cerca di riprodurre in miniatura lo scenario di un paesaggio o di un giardino. E' uno stile che si addice a qualsiasi ambiente o situazione. Oggi esistono diversi stili di ikebana, alcuni molto semplici ed altri originali, ma tutti attribuiscono in egual modo un peculiare significato al modo in cui i fiori sono disposti. Tra gli stili più originali del XX sec., degno di nota è lo stile sangetsu creato da Mokichi Okada. L’ikebana non si sofferma sulla bellezza semplicemente del fiore ma valorizza tutta la pianta, e richiama l’attenzione verso la forma e la linea. Le composizioni floreali della scuola Sangetsu Nell’arte dell’Ikebana, o composizioni floreali giapponesi, i fiori vengono disposti seguendo severe procedure mirate a rappresentare il cielo, la terra e l’uomo. La scuola Sangetsu, ispirandosi agli ideali del suo fondatore Mokichi Okada, rispetta la natura con un grande senso di reverenza e sottolinea l’importanza di preservare la bellezza naturale usando materiali pieni di vitalità e nel pieno rispetto dell’armonia delle strutture. Tuttavia, essendo l’Ikebana un’arte, per produrre un’opera di raffinata bellezza, è necessario acquisire delle abilità di carattere tecnico quindi seguire dei corsi. Pare che Okada creasse molto velocemente le sue composizioni, usando fiori comuni e che, date le sue elevate qualità spirituali, le sue creazioni “toccassero” lo spirito degli osservatori. “L’amore per i fiori è universale. In ogni uomo è insita la tendenza ad apprezzare la bellezza di Madre Natura e osservando le composizioni floreali egli lo fa in modo concreto”. Il fine ultimo delle composizioni floreali della Sangetsu sarebbe quello di comunicare positività agli uomini elevando le loro coscienze e dunque anche la qualità delle loro esistenze. Ad Hakone, uno dei giardini creati da M. Okada, Seibee Rimura costruì una sala da te che M. Okada chiamò Sangetsuan (“Eremo della luna di montagna”), da cui la scuola trae il nome. La quiete e la bellezza del posto catturano totalmente lo spirito del visitatore che si sente davvero parte integrante della natura, proprio per questo motivo il posto rappresenta pienamente l’ideale della bellezza della vita che M. Okada desiderava per tutto il mondo. [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Il ruolo dei fiori nella creazione di un mondo ideale Mokichi Okada (1882- 1955), è il fondatore della Sekai Kyusei Kyo, una religione secondo la quale la purificazione dello spirito mirata alla salvezza avviene attraverso la bellezza. Okada credeva nell’importanza dello sviluppo di una civiltà cosmopolita alla cui base ci fosse armonia tra materia e spirito, in opposizione alla civiltà attuale, nella quale il materialismo acquisisce sempre maggiore enfasi. Okada lanciò i suoi moniti contro l’inquinamento atmosferico e promosse un ritorno alla coltivazione della terra. Le varie avversità della vita non gli impedirono di domandarsi quale fosse la causa della sofferenza umana e quale la radice del male sociale. La M.O.A. (M. Okada Internazional Association) venne da lui fondata per realizzare il suo sogno: stabilire un paradiso sulla terra, un posto dove la gente fosse serena, felice, non si ammalasse, non soffrisse la povertà e non vivesse la conflittualità dilagante all’esterno. La sua organizzazione fu quindi dedicata alla creazione di un mondo ideale, un posto dove la verità, la virtù e la bellezza si manifestano nella loro interezza nella vita d’ogni giorno. Furono costruiti tre prototipi di questo paradiso terrestre oggi locati ad Atami, Hakone e Kyoto. La M.O.A., che oggi ha sedi anche in diversi paesi nel mondo, promuove attività in diversi settori: arte, agricoltura, educazione, salute, relazioni con l’estero. Secondo la filosofia di Mokichi Okada, è di vitale importanza far accrescere in ognuno di noi la consapevolezza attraverso la bellezza, dovremmo essere in grado di entrare in contatto con la bellezza facilmente e senza limiti di tempo o spazio. Egli riteneva che il mezzo ideale per diffondere la bellezza fosse quello di incoraggiare la gente a coltivare e distribuire fiori. Questo programma di divulgazione inizierebbe disponendo composizioni floreali nelle stanze delle proprie abitazioni o in altri edifici, in modo che i fiori possano essere visti ed apprezzati dalla gente in qualsiasi luogo essi vadano, nella convinzione che la presenza ornamentale anche di un solo fiore in un angolo dell’ufficio o sulla scrivania certamente rallegri l’atmosfera. Secondo Okada, idealmente, composizioni di fiori dovrebbero essere poste in tutte le istituzioni pubbliche comprese le prigioni e le celle, avrebbero un effetto notevolmente positivo sulla coscienza dei detenuti: “ Se ci fossero fiori ovunque ci siano persone, tutte le negatività si attenuerebbero considerevolmente”. Mokichi Okada credeva fermamente che i fiori liberino la bellezza insita nell’uomo e lo ispirino a creare un mondo migliore. Proprio a tal fine che fondò la Sangetsu School. | |
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