Origami (parola che deriva dal verbo ORU, piegare, e KAMI, carta) è l’antica arte di piegare la carta. Questa definizione molto semplice racchiude significati profondi. La carta, che in giapponese si dice KAMI, ha la stessa pronuncia (ma non la stessa scrittura) della parola divinità, anch’essa KAMI. E’ quindi difficile separarle completamente. KAMI può anche significare “superiore” come se la carta, ricavata da un prodotto della terra, avesse trasformato il riso in qualcosa di ultraterreno … la carta di riso, dolcissima nel lasciarsi piegare senza rompersi, ci permette di passare da un semplice foglio a forme complesse, senza limitazioni per la creatività, e ci lascia lo stupore per l’oggetto risultante pieno di una vita propria, come se l’energia delle mani si fosse trasformata in qualcosa di tangibile. La prima carta fu inventata dai cinesi più di 2000 anni fa ed era ricavata da cortecce varie. Furono però i giapponesi a renderla sempre più morbida e resistente utilizzando il riso e soprattutto a scoprire il gusto delle sue trasformazioni. Fin dal VI secolo i giapponesi, attratti dal foglio di carta che, piegato, prendeva vita e poteva di nuovo dissolversi nella forma originale come un microcosmo dell’universo taoista, la utilizzarono per scopi religiosi. Ancora oggi nei templi scintoisti, per simboleggiare la presenza della divinità, vengono usate strisce di carta bianca piegate in una forma che potremmo definire a zig zag. Nei templi buddisti invece non è raro trovare degli origami solitamente in forma di grappolo di gru. La gru è forse l’origami più famoso ed è molto antico. Verso il 1600 in Giappone fu ideato un sistema per ottenere da un antico foglio di carta moltissime gru tutte attaccate tra loro o per il becco, o la coda o le ali, facendo solo alcuni tagli nel foglio. Questo richiedeva molta abilità per cui a questa esecuzione piuttosto complessa ne fu aggiunta una più semplice e realizzabile da chiunque: piegare a gru tanti foglietti separati e poi cucirli in lunghe strisce (il grappolo completo contiene di solito 1000 gru). Piegate 1000 gru non richiede solo abilità e pazienza, ma è un’occasione che favorisce la meditazione (quasi un suburi…) ed è una prova della propria forza interiore. Alla piegatura delle 1000 gru è legato un episodio significativo dell’ultima guerra. Una ragazzina, Sadako Susaki, colpita dalle radiazioni della bomba ad Hiroshima in ospedale cominciò a piegare le 1000 gru perché le era stato detto che appena ultimate sarebbe guarita. Purtroppo il miracolo non avvenne ma ciò le diede coraggio e pazienza. Nel parco della pace ad Hiroshima si trova un monumento che rappresenta Sadako a cavalcioni di una bomba e ai suoi piedi, depositate dai visitatori vi sono un’infinità di ghirlande di gru coloratissime vicino alla scritta: “Ecco la nostra speranza e preghiera: che la pace regni nel mondo”.
Del periodo Heian (714 - 1185 d.C.) è l'esemplare più antico di origami: un foglio pieghettato, il cui compito era quello di coprire la bottiglia del saké posta sull'altare, offerta propiziatoria durante le cerimonie religiose. Del medesimo periodo sono i modelli stilizzati di una farfalla maschio (o-cho) e di una farfalla femmina (me-cho), applicati al collo delle bottiglie di saké usate nel rito augurale durante le cerimonie nuziali Shinto. Si usava (e si usa tutt'ora) rappresentare la presenza della divinità all'interno dei recinti sacri dei templi Shintoisti con corde sospese, dalle quali pendono strisce di carta bianca piegate a zig-zag, dette "go-hei", al cui interno monaci e fedeli scrivono brevi preghiere: profonda è la fiducia riposta nel vento che, scuotendole, porta le parole alle orecchie degli déi. Nei templi buddisti, invece, si trovano esposti veri e propri grappoli di gru. La carta, con il suo candore simbolo della purezza, è considerata il mezzo perfetto per comunicare con gli esseri divini. Altro origami frequentemente usato era il "sambo", una specie di scatola realizzata per contenere le offerte di riso, sale e frutta disposte lungo le scalinate che conducevano ai templi. Verso la metà del periodo Heian l'arte origami fece il suo ingresso nelle corti. Usata come pagamento per le tasse da parte del popolo, la sua qualità veniva attentamente vagliata da funzionari dello Stato. Alla Corte Imperiale la carta veniva ampiamente usata da nobili, favorite e supplici, essendo la maggior parte delle comunicazioni diffuse per iscritto e considerato indice di buon gusto piegare con raffinatezza una lettera. I messaggi prendevano così la forma di fiori, farfalle, forme stilizzate oppure astratte, ma sempre in sintonia con il contenuto del messaggio, lo stato d'animo del mittente e la stagione. Esisteva tutta una serie di "generi epistolari", ed un valido esempio è fornito da "le lettere del mattino dopo", inviate dopo un incontro amoroso clandestino per rassicurare l'amante riguardo il dolore provato al momento dell'addio e l'impaziente attesa dell'appuntamento successivo. Quando uno dei due amanti non inviava tale messaggio, era per far capire che non desiderava ripetere l'esperienza e, automaticamente, la relazione era considerata conclusa. Compito della lettera "tre righe e mezza", invece, era quello di ripudiare la moglie: la formula, lunga appunto tre righe e mezza, metteva la consorte nella situazione di dover radunare i propri averi e lasciare il tetto coniugale senza il bisogno di ulteriori atti formali. Esistevano piegature speciali e note solo a pochi, usate per documenti estremamente riservati i quali, se aperti, recavano tracce visibili della violazione.
Una piega "a petalo", tra le tecniche base dell'origami
Anticamente davanti alle case giapponesi veniva appesa una sfera di ramoscelli di erbe secche profumate per tener lontano gli spiriti maligni. Ispirandosi a questo furono fatti con la carta del KUSUDAMA cioè degli oggetti sferici ottenuti cucendo tra loro vari pezzi. L’effetto di un Kusudama è di leggerezza e completezza nello stesso tempo. Sembrano tanti fiori multicolori disposti in modo da riempire tutto lo spazio loro concesso in modo compatto, da cui l’impressione di robustezza. Pur restando il significato iniziale di purificazione, il Kusudama è poi diventato soprattutto ornamentale. I Kusudama inoltre possono essere considerarti i precursori degli origami modulari. Un origami modulare è un origami ottenuto piegando diversi fogli di carta che vengono poi incastrati invece che cuciti. Fin dal 1300 la carta fu piegata secondo forme dal significato codificato per presentare i regali. I NOSHI (che un tempo avvolgevano una striscia di pesce secco) ed altri origami (in particolare farfalle presentate agli sposi unitamente alle coppe di Sake) erano usati come segno di buon auspicio. Per scrivere lettere o poesie era importantissima la scelta della carta che veniva non solo arrotolata, ma piegata in forme sempre nuove. Ancora oggi per i giapponesi, la scelta di un biglietto è molto importante e noi restiamo di solito sconcertati dalla vivacità e bellezza di tante forme e figure che incorniciano in modo unico la loro calligrafia, che già da sola basterebbe … Oltre ai biglietti si trovano anche un’infinità di origami che vengono utilizzati come buste o contenitori a scomparti (TSUTSUMI, TATO) talvolta laccati per aumentare la robustezza. In una famiglia giapponese ogni mamma trasmetteva direttamente alle bambine in modo di piegare la carta per ottenere oggetti utili per la casa. Ai bambini si insegnava a realizzare origami che rappresentavano fiori ed origami non solo per intrattenerli ma anche per stimolare la loro capacità di osservazione e creatività e per trasmettere loro, fin dalla tenera infanzia, un concetto fondamentale per i giapponesi che è quello della perenne trasformazione della materia. La flessibilità del loro modo di essere prevede che ogni cosa sia vista solo come un momento della sua perenne trasformazione … e se si comincia ad insegnare questo principio ai bambini la trasformazione diventerà per loro qualcosa di naturale, di insito nelle cose … In Occidente invece la nostra tradizione non prevede nulla di simile, meno che mai nei confronti della carta.
Finalmente nel 19° secolo si hanno notizie di origami in Occidente. Sembra che il primo sia stato un passerotto di origine spagnola, la pajarita, diffusa dai prestidigitatori giapponesi in tournèe in Europa. “Quest’uccellino che batte le ali tirandoli la coda” è un vero prodigio ed ancora oggi riesce a stupire per la sensazione di vita che trasmette. A partire da questo momento l’interesse per la carta da un punto di vista ludico-creativo aumentò sensibilmente, attraendo anche Froebel che lo propose per sviluppare la coordinazione psicomotoria nei bambini, e Robert Habin che ne diffuse in Inghilterra anche il nome originale di origami.
Video-tutorial di alcuni meravigliosi Origami
Nel 1958 Oppenheimer fondò a New York l’Origami Center, e dopo 10 anni nasce la British Origami Society e l’origami cominciò a diffondersi in tutta Europa. Gran merito va sicuramente al grande maestro Akira Yoshizawa che, durante la seconda guerra mondiale, lasciato il lavoro di impiegato in una fabbrica di armamenti, decise di fare dell’origami una missione. Egli insegnò come non è solo il prodotto che conta, ma l’armonia dei gesti, il saper sentire con le “orecchie del cuore”, la sintonia col divenire. Per molti anni è stato inviato all’estero dal ministero giapponese degli Affari esteri affinché l’arte dell’origami fosse un messaggio di pace e di amicizia tra i popoli. Al giorno d’oggi sia l’origami che l’Aikido sono diffusi in tutto il mondo con il loro messaggio di armonia tra la gente. Origami è un’arte antichissima che può essere studiata a qualsiasi livello. Va benissimo per i bambini come gioco che stimola la creatività, la sensibilità, la coordinazione manuale, e tante altre cose, e va bene, per gli stessi motivi, anche per gli adulti; ma può essere anche qualcosa di molto diverso … e sentirlo è come possedere l’evidenza di una risposta ad un koan zen!
L'origami nel mondo
Oltre che in Cina, l'origami è parte integrante anche della cultura di altre parti del mondo:
in Vietnam pesci di origami vengono appesi agli alberi durante la festa del nuovo anno; nelle Hawaii i tradizionali lei (ghirlande) vengono realizzate intrecciando fiori ad elementi di carta e frutti;
Pieghe, tecniche e basi
I passaggi per ottenere una piega rovesciata all'internoIl procedimento per la maggior parte degli origami si può suddividere in passi più semplici costituiti da un succedersi di pieghe. Le principali sono:
piega a valle, ottenuta piegando il lembo del foglio in modo che all'osservatore la piega così ottenuta formi un avvallamento;
piega a monte, ottenuta piegando il lembo del foglio in modo che all'osservatore la
piega così ottenuta formi uno spigolo;
piega a fisarmonica o doppia piega semplice, costituita da una piega a valle ed una a monte successiva;
piega a libro, una piega a valle che coinvolge una parte di foglio già modellata da altre pieghe, che viene così mossa lungo una direttrice come, appunto, se si stesse sfogliando un libro;
Inoltre, numerose figure origami prendono le mosse da una forma di base, una figura piana semplice realizzata sempre nello stesso modo e da cui si sviluppa la variazione che porta alla figura completa. Le principali basi sono:
base aquilone, costituita dalla piegatura di due lati del foglio adiacenti allo stesso angolo di modo che combacino lungo la diagonale e poi da una piegatura lungo quella stessa diagonale;
base pesce, una complessa forma il cui risultato finale è un rombo, così chiamata perché da essa si sviluppa in poche mosse la forma della carpa;
base quadrata, una base che assume la forma indicata dal suo nome dopo due successive pieghe a valle di un quadrato lungo le diagonali;
base triangolare, una base che assume la forma indicata dal suo nome dopo due successive pieghe a valle di un quadrato lungo le mediane;
base gru, variante della base pesce da cui prende forma in poche mosse la tradizionale gru augurale;
base fiore, ibrido tra la base quadrata e la base gru da cui si realizza il crisantemo;
base busta, una base che si è diffusa negli anni '80 ispirata ai passaggi per la realizzazione del crisantemo;
base girandola, un'elaborazione della base busta.
Materiali
Per realizzare un origami l'unico materiale che serve è la carta. Per gli origami di livello semplice o intermedio può essere utilizzato quasi qualunque tipo di carta. Si riportano di seguito alcuni tipi di carta di ampio utilizzo presso gli appassionati di origami.
carta da fotocopie, bianca o colorata, indicata per i principianti per il prezzo contenuto;
carta da legatoria, decorata con disegni colorati e fantasie floreali, indicata per la realizzazione di scatole e di origami modulari;
carta metallizzata;
carta velina, sottile e resistente, indicata per i modelli complessi ma molto difficile da maneggiare;
carta sandwich, realizzata incollando uno o più strati di carta velina su sottili fogli di alluminio (come quelli usati in cucina), indicata per i modelli molto complessi;
carta washi fabbricata a mano, carta molto costosa di produzione giapponese, decorata con disegni che richiamano la stoffa dei kimono, indicata per la realizzazione di modelli semplici;
carta pelle di elefante (o finta pergamena).
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L'Origami
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