Tigre Webmaster
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| Titolo: Perché si dice gufare? Gio Nov 15, 2012 7:39 am | |
| Perché si dice gufare? Nelle favole fa sempre la parte del saggio del bosco, a cui si rivolgono gli altri animali per avere pareri e consigli. Quello che è certo è che il gufo è un "tipo" molto particolare: passa la giornata a dormire e si sveglia solo alla sera; durante la notte, al contrario di quasi tutti gli altri esseri viventi, tiene gli occhi bene aperti e va a caccia dei piccoli animali di cui si nutre.
Il gufo appartiene alla famiglia degli Strigidi, o rapaci notturni (il termine deriva da "streghe", ed è legato al fatto che gli Strigidi volano nel buio). Della famiglia fanno parte anche l'allocco, il barbagianni e la civetta, uccelli simili al gufo che a volte, lontano dalle città, capita di veder volare nel cielo nero della notte. I loro versi striduli sono spesso considerati un segno funesto, per questo si dà del "gufo" a chi porta sfortuna e si ritiene che sentire il verso della civetta sia un presagio di sventure. Da questo è nato anche il termine "gufare" Per potersi procacciare il cibo durante le ore notturne, il gufo può contare su una vista e un udito di gran lunga superiori a quelli di tanti altri animali. Pensate che il gufo riesce a catturare la sua preda (i suoi preferiti sono gli scoiattoli e i topi, oltre a certi piccoli uccellini) in condizioni di buio quasi totale, guidato solo dal rumore che il piccolo animale produce muovendosi tra le foglie. Un'altra caratteristica di questo cacciatore delle tenebre è la precisa conoscenza del territorio: il bosco dove ha scelto di vivere è tutto dentro la sua testa, come una mappa disegnata. Sa benissimo quali sono i punti migliori dai quali spiccare il volo per avventarsi sul suo "pranzetto" e ricorda se lungo la traiettoria ci sono ostacoli (alberi, cespugli, massi o altro) da evitare durante la planata. Quella specie di "coroncina" di piume che attorno alla testa si chiama "disco facciale" e gli permette di captare anche i suoni più deboli.
Esistono due tipi di gufi. Il primo è il cosiddetto Gufo comune, scientificamente chiamato "Asio Otus", che è piuttosto piccolo (altezza massima, 36 centimetri), ma ha una notevole apertura alare, che può arrivare anche a un metro di larghezza. Il piumaggio è di colore scuro. La sua particolarità è quella di non costruirsi il nido, ma di occupare "case" già abitate da altri, soprattutto piccioni, cornacchie e scoiattoli. Lo si può trovare in quasi tutti i paesi del mondo, tranne che in quelli dove il clima è freddo. Nel nostro paese è diffuso un po' ovunque, da Nord a Sud. Predilige i boschi e le montagne (non troppo alte), ma non è difficile incontrarne uno anche vicino alle case o addirittura sugli alberi dei nostri giardinetti. Il Gufo Comune ha un "cugino", dal nome molto più altisonante. Si chiama Gufo Reale, ma sui libri di scienze troverete un nome molto più buffo e assai meno aristocratico: Bubo Bubo. E' molto più grande del suo "parente" (circa il doppio) ma come lui vive di notte e non ama la compagnia. Costruisce il nido in posti irraggiungibili, come rupi scoscese o anfratti nascosti nei tronchi degli alberi: di conseguenza è difficile vederlo, ma è piuttosto frequente sentire il suo "ululato", talmente forte che si può diffondere a chilometri e chilometri di distanza. Ricordiamoci che i gufi sono animali importantissimi e che tutto ciò che viene detto a loro riguardo sono solo vecchie dicerie. Cerchiamo, anzi, di rispettare questi bellissimi animali che ci aiutano a controllare il numero di topi e ratti. fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] | |
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