AURBINO – CHE TRA IL 1444 E IL 1631 FU UNO DEI MAGGIORI CENTRI CULTURALI D’EUROPA – CON IL SUO MAESTOSO PALAZZO DUCALE E LE SUE VIUZZE RIPIDE E STRETTE PUÒ ESSERE CONSIDERATA COME IL MIGLIORE ESEMPIO DI CITTÀ RINASCIMENTALE ITALIANA, L’ARCHETIPO DI TUTTE LE CONCEZIONI URBANISTICHE DELL’EPOCA.
LA CITTÀ DI URBINO, IL CUI CENTRO STORICO RINASCIMENTALE SI È CONSERVATO PRESSOCHÉ INTATTO FINO AI GIORNI NOSTRI, CONOBBE UNA GRANDE PROSPERITÀ GRAZIE AI DUCHI DI MONTEFELTRO. ARTISTI E STUDIOSI COME RAFFAELLO, PIERO DELLA FRANCESCA, MARSILIO FICINO E LEON BATTISTA ALBERTI OPERARONO IN QUESTA CITTÀ ADAGIATA SULLE COLLINE MARCHIGIANE. IL VALORE ARTISTICO DEI SUOI MONUMENTI È OGGI LA MIGLIORE TESTIMONIANZA DELL’IMPORTANTE RUOLO SVOLTO DA URBINO DURANTE LA BREVE MA INTENSA EPOCA DEL RINASCIMENTO ITALIANO.
Città di antica origine, Urbino fu municipio romano (Urbinum metaurense) a partire dal III secolo a.C. A quest’epoca risalgono parte delle mura difensive e la disposizione irregolare delle vie. L’insediamento fortificato romano si trovava sulla collina dove si leva il Palazzo Ducale. Conquistata da Belisario nel 538, divenuta comune ghibellino nel Medioevo, quindi ceduta dagli Svevi ai conti di Montefeltro, Urbino fu elevata a ducato nel 1443 e, dal 1444 al 1482, anno della morte, fu retta dal munifico Federico di Montefeltro, al quale si deve essenzialmente la fama della città.
IL MECENATISMO DI FEDERICO DI MONTEFELTRO
Amico di Lorenzo de’ Medici, e come lui valente condottiero e mecenate, Federico non badò a spese per abbellire la sua residenza, per compensare adeguatamente gli artisti attivi presso la corte o per acquistare manoscritti greci, ebraici e latini al fine di costruire quella che divenne una delle più prestigiose biblioteche antiche d’Italia. In quel periodo a Urbino vissero alcuni dei più noti umanisti del tempo, come Leon Battista Alberti, Marsilio Ficino e Baldassarre Castiglione, matematici come Paul Middelburg e numerosi pittori che lasciarono testimonianza della loro arte nelle sale del Palazzo Ducale. Questa famosa dimora non fu l’unico oggetto delle cure di Federico che, a metà del XV secolo, volle intraprendere la ricostruzione totale di Urbino, senza tuttavia intaccarne l’antica struttura.
Ritratto di Federico di Montefeltro duca di Urbino
IL PALAZZO DUCALE
Cominciati in sordina verso il 1455 da Pasquino da Montepulciano in collaborazione con Michele di Giovanni da Fiesole (autori della lunga fronte a bifore che guarda su piazza Rinascimento), i lavori al Palazzo Ducale furono poi continuati sotto la direzione dell’architetto Luciano Laurana (1420-1479), chiamato ad ampliare il nucleo primitivo, rendendolo il fulcro dell’assetto urbano cittadino. Egli, a partire dal 1466, trasformò la costruzione accentrandola intorno a un elegantissimo cortile e definendone la struttura fondamentale, rinforzandola con muraglioni nella parte più scoscesa della collina, realizzando ariosi saloni interni in un gioco ricercatissimo di luci e ombre ed esprimendo il meglio di sé, oltre che nel cortile, nell’alta facciata occidentale, aperta da tre logge sovrapposte e stretta fra due slanciate torrette cuspidate. L’opera, nell’imponenza con cui ora si presenta, fu poi completata, per la parte architettonica, da Francesco di Giorgio Martini, che realizzò nella parte a nordest la distesa facciata a due ali aperta da portali e finestre rinascimentali, e, nel 1500, da Bartolomeo Genga, che alzò l’ultimo piano murando le merlature ghibelline.
Il Palazzo Ducale comprende più di duecento sale con magnifiche porte intarsiate e fastosi camini. Nonostante abbia subito alcune spoliazioni negli anni in cui fu sede del legato pontificio, conserva gran parte degli elementi che hanno caratterizzato la vita di corte nel basso Medioevo e in epoca rinascimentale. Le splendide decorazioni, con bassorilievi, fregi e affreschi, di per sé basterebbero a fare del palazzo un ricco museo. Tuttavia all’interno è ospitata, nel pieno rispetto della struttura originaria, anche la Galleria Nazionale delle Marche, che raccoglie numerosi dipinti dal Trecento al Seicento. Nel sobrio ed elegante cortile a quadriportico del Laurana, al quale si affaccia la Biblioteca del Duca, un monumentale scalone, opera di Ambrogio Barocci, conduce alle logge superiori e agli appartamenti. Tra questi occorre menzionare la Sala della Jole, con la famosa lunetta di Luca della Robbia e diversi bassorilievi; l’alcova di Federico da Montefeltro, con arredamenti e decorazioni pittoriche del XV secolo; l’appartamento dei Melaranci, con opere della scuola riminese del XIV secolo; l’appartamento degli ospiti e l’appartameno del duca Federico, con opere di Piero della Francesca e Lorenzo d’Alessandro. Le pareti dello Studiolo del Duca sono decorate con tarsie realizzate probabilmente su disegni del Botticelli e, nella parte superiore, con ritratti di personaggi illustri. Notevoli anche la Cappella del Perdono, il Tempietto delle Muse e la stanza da letto del Duca. Il salone del trono è l’ambiente più grande di tutta la residenza e contiene un ciclo di arazzi realizzati su disegni di Raffaello. Degna di menzione, infine, è la Sala degli Angeli, non solo per l’imponente camino con fregi e per le ricche porte intarsiate che caratterizzano l’arredo, ma soprattutto perché vi sono esposte la Veduta della città ideale del Laurana e il Miracolo dell’Ostia di Paolo Uccello. Nell’appartamento della Duchessa, caratterizzato da splendidi soffitti in stucco, sono esposti, tra gli altri, il Ritratto della Muta di Raffaello e L’ultima cena di Tiziano. I disegni degli intarsi della porte in legno sono attribuiti al Botticelli. Altre pitture notevoli conservate nella Galleria Nazionale sono la Comunione degli Apostoli di Giunto di Gand, la Madonna di Senigallia e la Flagellazione di Piero della Francesca, la Resurrezione di Tiziano, Federico da Montefeltro con il figlio Guidobaldo di Pedro Berreguete, la Concezione e l’Assunzione del Barocci.
The "Studiolo" of Federico da Montefeltro in Virtual Reality
Foto [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] - Palazzo Ducale - Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
LA CITTA’ DI RAFFAELLO
La ricchezza di Urbino non è data solo dal bellissimo Palazzo Ducale, ma anche da altri pregevoli edifici. Il Duomo in piazza Duca Federico, innalzato nel XV secolo da Francesco di Giorgio Martini e portato a compimento nel 1604 da Muzio Oddi, crollò nel 1789. La costruzione attuale è da attribuirsi a Giuseppe Valadier e a Camillo Morigia, che realizzò l’imponente facciata neoclassica. La cripta in stile barocco, alla quale si accede dall’esterno, ospita raccolte di cristalli, ceramiche e alcune preziose sculture. Affreschi, dipinti, oggetti liturgici e arredi sacri sono custoditi nel Museo del Duomo “Albani”. L’oratorio di San Giovanni Battista, che risale al XIV secolo, ha l’interno a una sola navata, con soffitto ligneo a carena, ed è decorato con numerosi affreschi di soggetto religioso e profano. Anche la vicina chiesa di San Francesco è di epoca trecentesca, ma gli interni furono trasformati nel XVIII secolo. Contemporanea alle due precedenti è la gotica chiesa di San Domenico, con terrecotte di Luca della Robbia e un bel portale di Tommaso di Bartolomeo. La chiesa di San Bernardino degli Zoccolanti, appena fuori città, è un interessante esempio di architettura rinascimentale. Costruita alla fine del XV secolo da Francesco di Giorgio Martini, ospita le spoglie di Federico e Guidobaldo da Montefeltro. Occorre citare anche la casa natale di raffaello Sanzio, figlio di quel Giovanni Santi di cui il Palazzo Ducale conserva diverse opere. Si tratta di un modesto edificio del XV secolo, oggi sede di un’accademia e di un museo. Nella stanza dove Raffaello nacque nel 1483, si può ammirare una Madonna con Bambino dipinta dall’artista in giovane età.
Foto [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] - Piazza Rinascimento, Urbino
EREDITA’ CULTURALE
Urbino cominciò a perdere lustro e splendore a partire dal 1508, quando ai Montefeltro succedettero i Della Rovere, e la situazione peggiorò nel 1631, quando il Ducato passò alla Chiesa. Ciò che colpisce dell’antica capitale dei Montefeltro è lo scenografico tessuto urbanistico caratterizzato da stradine, vicoli e saliscendi, sottopassaggi e ripide scalette lastricate che sboccano tra splendidi palazzi rinascimentali e ampie piazze. Qui si incontrano numerosi gli studenti della sua prestigiose università – fondata nel 1506 da Giudobaldo, figlio di Federico da Montefeltro – che ancora oggi rappresentano la linfa vitale di una tradizione che si è conservata immutata nei secoli.