Leonardo Amministratore ®
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| Titolo: NDE - Esperienze ai confini della morte Ven Mag 17, 2013 5:02 pm | |
| Esperienze ai confini della morte Le esperienze ai confini della morte, anche note come NDE (acronimo per l'espressione inglese Near Death Experience, a volte tradotto in italiano come esperienza di pre-morte) sono esperienze vissute e descritte da soggetti che, a causa di malattie terminali o eventi traumatici, hanno sperimentato fisicamente la condizione di coma, arresto cardiocircolatorio e/o encefalogramma piatto, senza tuttavia giungere fino alla vera e propria morte. Caratteristiche dell'esperienza NDEI soggetti reduci da tali fenomeni, una volta riavutisi, hanno raccontato di aver vissuto esperienze le quali, confrontate tra loro, risultano sempre connotate da numerosi elementi comuni :
• l'ineffabilità, o l'estrema difficoltà nel poter descrivere la propria NDE e soprattutto lo stato di benessere vissuto;
• la sensazione "fisica" di trovarsi fuori dal proprio corpo con la capacità di guardare il proprio corpo "dall'esterno"
• (in caso di morti violente o improvvise), l'assistere, come se si fosse una terza persona, alla constatazione della propria morte da parte di chi sopraggiunge;
• l'attraversamento di una sorta di "tunnel" buio in fondo al quale si intravede distintamente una luce;
• lo sperimentare una sensazione di grande pace e tranquillità fuori dallo spazio come lo conosciamo e soprattutto fuori dal nostro concetto di -tempo-;
• la "revisione" di tutti gli istanti della vita terrena vissuta. Tale revisione viene descritta con difficoltà in quanto avverrebbe in maniera totale permettendo la visione contemporanea di ogni episodio della vita (anche dimenticato, anche relativo ai momenti immediatamente successivi della propria nascita);
• l'incontro con "altri esseri": qualche volta definiti come spiriti sconosciuti, qualche volta persone care che hanno preceduto nella morte;
l'incontro con il grande "Essere di Luce" che viene descritto come una Fonte di Amore Totale e Incondizionato difficile da tradurre in parole;
• l'arrivo di un determinato momento (ma non vi è il tempo) o "confine" che impedisce di proseguire oltre il viaggio/esperienza con la conseguente consapevolezza di dover "tornare indietro";
• il ritorno alla vita accompagnato da un sentimento di malinconia e/o rimpianto per non essere potuti rimanere nell'aldilà;
• il timore di riferire l'esperienza vissuta ad altri per paura di non essere creduti ma contrastato dal desiderio di farlo come doverosa condivisione di qualcosa di estremamente prezioso e importante;
• una volta "rientrati in vita" scompare il timore della morte ora vista come un felice passaggio ad una realtà superiore;
• vengono modificati anche i valori sui quali la vita viene vissuta ponendo come essenziale scopo dell'esistenza l'"armonia" e l'"amore" per tutti gli esseri.
Anche se non tutti contemporaneamente, questi aspetti ricorrono sistematicamente nelle differenti NDE. [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Ascesa nell'Empireo (Hieronymus Bosch) Ipotesi e studiPoiché i racconti dei sopravvissuti alla morte (ad esempio rianimati dopo una grave crisi) e dei soggetti risvegliatisi dal coma costituiscono un corpus di testimonianze che ha alcune caratteristiche apparentemente omogenee, alcuni studiosi si sono interessati a tali fenomeni. Le teorie critiche sulle "NDE" si dividono in due tipologie, una finalizzata a darne una spiegazione scientifica e razionale l'altra di carattere soprannaturale:
• teorie scientifiche, che mettono in relazione il fenomeno con peculiari alterazioni transitorie di tipo chimico, neurologico o biologico, tipicamente presenti nel corpo umano in condizioni particolari come quelle prima descritte, quali l'ipercapnia ovvero l'impiego di farmaci. Va osservato che la ketamina somministrata a dosaggi sub - anestetici determina nell'assuntore sensazioni analoghe alle esperienze ai confini della morte. Sul piano psicologico, le percezioni potrebbero essere interpretate come racconti di tipo autoconsolatorio e rassicurante, elaborati per descrivere in modo chiaro e definito le confuse sensazioni che si accompagnano al momento del risveglio dal coma, come ad es. la forte luce presente nella stanza (descritta come tunnel di luce da cui si esce con il risveglio).
• teorie metafisiche e soprannaturali, che collegano le esperienze di pre-morte a una sorta di presa di contatto anticipata con l'aldilà, durante la quale il soggetto ha modo di sperimentare direttamente la separazione fra anima e corpo e la sopravvivenza dell'anima come entità spirituale, rispetto alle spoglie mortali.
Se interpellati su tali spiegazioni, i reduci da una NDE, pur comprendendo la necessità e il desiderio di cercare un’interpretazione razionale a quanto da loro vissuto, ribadiscono come la loro esperienza sia stata pienamente reale e non un'ingannevole apparenza indotta da fattori endogeni o esogeni.
Il più noto studioso di questi fenomeni è il medico e psicologo americano Raymond Moody.
Negli ultimi anni hanno dato un rilevante contributo a questi studi e alla loro divulgazione, a partire dal 1989, anche il teologo francese François Brune e a partire dal 2001 il medico olandese Pim van Lommel.
Insieme ai lavori svolti in ambienti controllati e pubblicati su riviste mediche o specialistiche, la letteratura sulle esperienze ai confini della morte è anche ricca di alcuni sensazionalismi e di resoconti apparentemente sensati ma non scientifici.
Inoltre, data la sua natura, l'argomento ha fatto nascere tantissime polemiche in ambito scientifico a causa del tentativo, da parte di alcune persone, di dare una spiegazione alle esperienze ai confini della morte in base al loro sistema di credenze religiose. Il contributo di Pim van Lommel Da un punto di vista strettamente scientifico, il contributo a tutt'oggi più approfondito è probabilmente quello di Pim van Lommel, un cardiologo olandese che insieme ad altri colleghi nel 2001 pubblicò sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet” i risultati di uno studio condotto per oltre 10 anni su 344 pazienti. Lo studio, condotto con metodi scientifici e statistici, aveva come obiettivo la verifica dell'esistenza o meno delle NDE. Più specificamente, lo scopo era quello di verificare se ciò che i reduci da una NDE definivano stato di coscienza e memoria fosse stato un fenomeno dell'attività cerebrale o se fosse stato un fenomeno indipendente da questa. Dopo una lunga analisi sui metodi adottati, sui pazienti, sulle medicine usate negli interventi e una particolare attenzione alle condizioni di encefalogramma attestate nei vari casi, van Lommel e colleghi conclusero che i fenomeni riscontrati potevano essere spiegati unicamente assumendo che quanto i soggetti ad una NDE definivano "esperienza cosciente" non sia stato un semplice epifenomeno dell'attività cerebrale. Data la prestigiosa natura della rivista nella quale lo studio fu pubblicato, ben presto lo studio fu attaccato dai sostenitori della natura puramente materialistica dello stato di coscienza come legato esclusivamente all'attività cerebrale. L'attacco più conosciuto venne dalle colonne di Scientific American, firmato da Michael Shermer, al quale van Lommel indirizzò una precisa replica ove, sottolineando il rigore scientifico della ricerca svolta, evidenziava l'impossibilità di giungere a conclusioni diverse da quelle pubblicate dal proprio team di ricerca. Fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] | |
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